
Probabilmente tutti sappiamo chi/cosa è il WWF, avremo letto di alcune tra le tante battaglie sostenute a difesa della natura, sicuramente ne abbiamo condiviso scopi e azioni, forse non tutti sanno che nella zona del sud est Milano la presenza del WWF è tangibile e ci consente splendide passeggiate a pochi km da casa.
Ma iniziamo col dire che in Lombardia sono centinaia i volontari che, divisi su 8 associazioni, si occupano di educazione ambientale, tutela del territorio e della fauna, lotta all' inquinamento, contrasto all'urbanizzazione spregiudicata. Basti pensare che 576 ettari di verde sono stati sottratti alla caccia ed alla speculazione. Sono state inoltre salvate alcune specie animali in possibile estinzione ed ora vivono tranquille come il capriolo nell'oasi di Vanzago, la salamandra pezzata nell' oasi di Valpredina e la rana Lataste, che a noi magari non dice niente ma che è uno degli anfibi più rari d'Europa, che vive serena nell'Oasi Le Bine. Ma come dicevamo osserviamo le aree a noi più vicine, a partire dal Bosco di Montorfano. Si trova alla periferia di Melegnano zona nord est, all'interno del Parco Agricolo Sud Milano, tappa di partenza del Sentiero dei Giganti, da queste parti a Marignano si svolse una epica battaglia che vide, contrapposti 30.000 soldati francesi e 20.000 svizzeri, vinceranno i primi e dopo questa rovinosa sconfitta gli svizzeri fecero della loro neutralità uno stile di vita e di governo. Però nel frattempo il Ducato di Milano passò sotto l' egemonia francese, ma torniamo al bosco, ha una estensione di quattro ettari e mezzo, l'intervento di recupero naturalistico parte negli anni '90 ed ha consentito di ripristinare un classico bosco lombardo, con ricco sottobosco e tre stagni.
Qui dimorano salici ed ontani, querce , olmi e frassini a seconda delle zone più umide o asciutte, presenti anche grandi pioppi luogo di nidificazione del picchio rosso maggiore , importante anche una forte presenza di edera che è fonte di nutrimento invernale e sito di nidificazione per molte specie.
Qui transitano anche i fiumi Lambro e Vettabbia le cui acque sono decisamente più pulite rispetto al passato, tanto da divenire dei corridoi ecologici dove vivono ad esempio la carpa ed il cavedano. Da segnalare anche che nei pressi degli stagni sono tornate a vivere molte specie di libellule quali la frecciazzurra, il golfo serpentino e la zampalarga comune.
Già che siamo in zona ci fermiamo all'Oasi di San Giuliano. Pochi lo sanno ma esiste questa oasi urbana non recintata di 4 ettari di estensione, sorta nel 1994 e composta da aree a giardino ed a bosco, qui troviamo alberi ed arbusti tipici di un passato recente ma quasi dimenticato: querce, carpini bianchi, noccioli, biancospini. Tra questi alberi si possono facilmente notare cassette nido per favorire la nidificazione ed il ripopolamento, tra i frequentatori le cinciallegre, il merlo ed il picchio verde. Fra i mammiferi si segnalano il riccio e la talpa. C'è anche una roggia, la Viscontea habitat naturale della rana verde. Andiamo ora all'Oasi Parco delle Noci, sono 3 ettari e mezzo, quindi non è molto grande ma la cosa pregevole è che dall'area del cantiere della linea ferroviaria ad alta velocità con un intervento di recupero naturalistico abbiamo ora un bosco, due zone umide, siepi arbustive e perfino quella che era la sede fisica del cantiere è diventata un centro visite. Abbiamo quindi anche una funzione didattica con uno stagno che nei mesi primaverili ed estivi è ricoperto dai fiori del nannufero creando un effetto ottico di rara fattura, lo stesso stagno è un super condominio per la rana verde in coabitazione con diverse specie di libellule. Ma attenzione qui sono presenti anche lo sparviere, l'allocco e la volpe. Sempre in tema di recupero, poco più a nord tra Pozzuolo Martesana e Melzo vi era un' ampia cava di sabbia destinata alla ghiaia per la nuova autostrada TEEM.
Terminata l'attività di estrazione da qui con una opera di recupero impegnativa è nata l'Oasi Naturalistica della Martesana, attenzione parliamo di 30 ettari con una elevata presenza animale e vegetale. Questo luogo è una sorte di paradiso terrestre (o come lo immaginiamo) con una varietà di piante ed arbusti ma sopra tutto è luogo ideale per molte specie di uccelli che la scelgono come area di riposo, svernamento e fonte di cibo e luogo di nidificazione. Sorprendente anche il fatto che in questa area possiamo trovare le farfalle, un tempo una visione comune, ora quasi una rarità. Bene, come avete visto a breve distanza da casa potete fare delle passeggiate coi bambini, camminare fuori dal tempo e osservare, prendetevi il tempo di guardare la natura e pensate che tutto quello che vi circonda è stato sottratto all' inquinamento o al cemento, una bella soddisfazione no? Eh lo so, tra i nostri lettori c'è sempre una quota di buongustai che pensa alle gite come meta per una abbondante seconda colazione, possiamo deludervi?
No certo e allora nelle trattorie che incontrerete da queste parti potrete tuffarvi nei piatti tipici del lodigiano, li conoscete già? Vediamo.
Partendo dagli antipasti abbiamo la Raspadura che può essere antipasto ma che potete gustare in ogni fase del pranzo, è una sfoglia finissima di formaggio che si scioglie in bocca, provare, provare assolutamente.
Poi la fritada cun le urtis cioè frittata con cipolle e ortica, poi il pesce finto che in effetti è un polpettone di tonno. Passiamo ai primi piatti, immancabile il risotto con la salamella (rugnus) con la salsiccia (salsissa) verze e fagioli (verse e fasoi) coi funghi (cui fung). Ma anche la pasta asciutta cioè la Pasta cui spargi (asparagi) o i ravioi de suca (ravioli alla zucca) o la supa de antige (zuppa di lenticchie), a seguire un bel piatto di luganega cun le lentige (tipica salamella locale con lenticchie) oppure il pulaster cun el vin (pollo cotto col vino rosso) o l'anadot in salmi (anitra), dunel in umid (coniglio alla cacciatora).
Chiudiamo con un dolce quasi sconosciuto?
Le pulpett de persegh cioè le polpette di pesche rigorosamente con amaretti mandorle e marsala.
Che ne dite ?
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