UNA GITA AL GIORNO L’ANELLO DEI FORTI
- improntaredazione
- 28 mar
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Questo mese vi proponiamo una gita che, siamo sicuri, pochi conoscono ma piacerà a tutti, una passeggiata alla scoperta dei forti di Colico, infatti il percorso inizia proprio da Colico in via Pontile si procede verso il lago fino ad incontrare una palazzina verde stile Liberty.
Magari oggi non sembra ma questo posto fu crocevia di merci, pellegrini, armate e passeggeri, si prosegue tra la natura, si supera il torrente Inganna e si segue l' indicazione “Sentiero dei Forti”, il sentiero si dipana per una natura misteriosa e affascinante attraversando il bosco del Montecchio Nord fino ad un punto panoramico che consente alla vista di spaziare sulla bassa Valtellina.
Da qui si raggiunge facilmente il borgo di Erbiola per poi indirizzarsi verso il forte spagnolo di Fuentes.
Questo forte è una dei pochi esempi rimasti della dominazione spagnola sul territorio, fu edificato nel 1603 per impedire le velleità di espansione dei Grigioni che, provenienti dalla Svizzera avevano raggiunto e dominavano la Valtellina e la Valchiavenna. La struttura ha forma trapezioidale ed è situato in una posizione all'epoca considerata strategica, circondato da rocce e soprattutto da una palude che costituiva un ampio fossato naturale.
Quindi teoricamente inespugnabile venne pesantemente armato con una ventina di cannoni tra i più potenti dell'epoca e che furono anche protagonisti della rivolta dei valtellinesi contro gli Svizzeri nel 1620 che culminò nella battaglia del “sacro macello” di cui non vi diciamo nulla perché…basta il nome. Il forte era molto vasto comprendeva una piazza d'armi di circa 15.000mq. con all'interno diversi edifici: il palazzo del governatore, due piani con sette stanze ciascuno ed una cappella privata.
La Chiesa dedicata a Santa Barbara. Gli alloggi per ufficiali e soldati in numero di circa 400, cisterne e magazzini. Il Forte fu considerato per decenni un baluardo insuperabile fino a che l'Imperatore d'Austria Giuseppe II lo ritenne inutile e lo vendette a privati. Però Napoleone Bonaparte durante la sua campagna militare non lo ritenne così inutile e nel timore di avanzare lasciando alle spalle una fortezza scelse di distruggerlo almeno in parte.
Durante la prima guerra mondiale, vista la posizione strategia, venne ripristinato come postazione blindata e dotato di otto cannoni dei quali 4 puntati verso la Val Chiavenna e 4 verso la Valtellina. Oggi è visitabile a pagamento il sabato la domenica e festivi con guida , non dimentichiamo complessivamente l'area è di circa 80.000 mq. quindi un complesso imponente.
Adesso dal Montecchio Est dovremo spostarci verso Nord per raggiungere il Forte Montecchio Nord, attenzione qui ci troviamo nell'unico forte italiano della grande guerra che abbia conservato intatto il suo armamento ed e' uno dei meglio conservati in Europa. Fu realizzato nel 1912 come controllo strategico per eventuali assalti dalla Svizzera o dall' Austria quindi per sbarrare l' accesso al lago di Como e alle vie per Milano.
Noto come Montecchio Nord in realtà è dedicato ad Aldo Lusardi Medaglia d'oro al valor militare caduto durante la guerra d'Africa. Il Forte è posizionato a 275 metri slm. È costituito da due blocchi distinti collegati da un camminamento, nella parte bassa trovavano alloggio circa 40 uomini ancora oggi visibili brandine ed armadietti.
Il locale comando, l'infermeria e l'armeria, tutta la struttura è protetta da muri in calcestruzzo con spessore tra 1,5 e 2 metri. Troviamo ancora la cucina i bagni e alcuni magazzini. Esternamente al ricovero da bravi italiani troviamo un campo di calcio ed uno di bocce. Ora possiamo prendere il camminamento che ha una ampiezza di 2,5 m. l'altezza di 3 metri con dieci feritoie a bocca di lupo per permettere di sparare riparati.
A metà camminamento troviamo un corridoio scavato nella roccia che porta alla polveriera, proseguendo si accede in un edificio a due piani che ospitava le 4 artiglieri del forte. Lo spazio delle batterie è lungo 60 m. poi ci sono varie scale, le stanze per la preparazione delle cariche, una torretta di osservazione, la sala comando e, naturalmente, i bagni.
I cannoni sono ancora oggi posizionati in cupole che consentono di ruotare a 360° , le munizioni che potevano utilizzare vanno dagli Shrapnel da 52kg. in grado di colpire obiettivi a 11,6 km. alle granate 149 S che potevano arrivare a 12 km.
Dobbiamo dire che durante la prima guerra mondiale il forte non fu coinvolto in azioni di guerra, ed anche nel secondo conflitto non venne interessato da battaglie, con la costituzione della Repubblica Sociale italiana il forte si trovò al centro di una zona di combattimento, non venne mai attaccato pur occupato da truppe della RSI. La visita del forte oggi consente di vedere tutti i locali come erano negli anni e, come abbiamo detto, anche i 4 imponenti cannoni e anche uno splendido panorama del lago.
I biglietti costano 10 euro tariffa piena, 6 ridotto. Da Milano servirà circa 1 ore e 15 minuti per arrivare a Colico ma ne vale sicuramente la pena.
Ed ora tanto per mantenere le sane abitudini, ecco due ricette tipiche del posto, iniziamo coi Turtei de fiuu de rubina , in pratica si tratta di rametti teneri di fiori di acacia in una pastella classica con farina , uovo e sale, fritti in olio bollente, questi fiori sono già dolci per cui non serve aggiungere zucchero.
Poi abbiamo la Fritada cun i erb de praa, come si capisce una frittata con le erbe del prato raccolte così quasi a caso ma l'importante è che non manchi l'era cipollina e il grana grattugiato.
Per finire Cassoeula cun verze e pulenta, qui la digestione è un pochino più complicata serviranno costine di maiale, cotenna, salsicce, verza, cipolle, salvia vino bianco e brodo. Sulla polenta siete liberi di scegliere tra gialla e Taragna, da queste parti usa molto anche la oncia ma vi servirebbe dopo un litro di digestivo.
A proposito di digestivo solo qui troverete il Timocello del lago di Como, in pratica un limoncello con l'erba di pess cioè il timo, come dicevamo solo qui lo potete assaggiare anche in versione aperitivo con succo di pompelmo e soda.
Alla prossima Ciao
Massimo Turci

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