Il termine inglese siblings, che significa fratelli, viene utilizzato in letteratura per indicare i fratelli di persone con disabilità.
La disabilità di un figlio tende inevitabilmente a catalizzare maggiori attenzioni e risorse da parte dei genitori, proprio per via dei bisogni speciali che questo figlio presenta. Quale impatto questo può avere nella crescita degli altri figli (i cosiddetti normodotati o a sviluppo tipico)?
Tradizionalmente lo studio degli effetti della disabilità nelle famiglie si è concentrato sui genitori, specialmente sulle madri, in quanto principali caregiver. A partire dagli anni Ottanta la ricerca scientifica si è rivolta anche ai fratelli, riconoscendo alcune caratteristiche comuni, sia in termini di aspetti critici sia in termini di risorse e potenzialità, a prescindere dalla specifica disabilità.
In tutti i rapporti tra fratelli è naturale confrontarsi, litigando, facendo pace, stabilendo e rompendo alleanze, così come è naturale provare sia sentimenti positivi che negativi, quali ad esempio invidia e gelosia. Nelle famiglie in cui è presente un figlio affetto da disabilità,
spesso i genitori assumono un'atteggiamento iperprotettivo verso quel figlio che è percepito come più vulnerabile e fragile, anche rispetto ai fratelli. Pertanto ai siblings viene trasmesso il messaggio che il fratello diversamente abile non possa essere trattato come gli altri e questo tende a limitare la spontaneità dell'interazione fraterna. A questo si accompagna la tendenza a iper-responsabilizzare il fratello normodotato, che da un lato si sente inibito nell'interazione spontanea col fratello disabile e dall'altro è spinto a crescere più velocemente.
E' comprensibile e legittimo che i genitori proteggano il figlio più fragile, ma è importante cercare di non interferire troppo nel rapporto fraterno.
Un altro aspetto a cui prestare attenzione è la possibilità dei siblings di esprimere le proprie emozioni e sentimenti, nel senso che spesso possono avvertire una certa disapprovazione dei genitori, esplicita o implicita, rispetto a ciò che la particolare condizione del fratello può suscitare in loro. Ad esempio, il sibling può provare imbarazzo e vergogna per alcuni comportamenti o caratteristiche del fratello disabile, soprattutto di fronte ai pari. Provare questo può, però, farlo sentire cattivo e, di conseguenza, in colpa verso il fratello più fragile. Il senso di colpa può essere suscitato anche dall'aver litigato o essersi comportato in maniera aggressiva con il fratello disabile. Anche la gelosia per le maggiori attenzioni che i genitori prestano al fratello disabile può essere sentita come riprovevole.
A livello più profondo, il senso di colpa può nascere dal sentirsi privilegiato, per non avere le stesse problematiche del fratello vulnerabile. È importante che il sibling abbia la possibilità, soprattutto nel contesto familiare, di esprimersi e confrontarsi coi genitori rispetto a questi vissuti e all'ambivalenza che prova verso il fratello disabile. È importante aiutarlo a riconoscere che l'ambivalenza è naturale e appartiene ad ogni relazione familiare. A volte questo può richiedere il supporto di un professionista.
Crescere con un fratello disabile, peraltro, può permettere di sviluppare una maggiore sensibilità e capacità di accoglimento verso l'altro, nonché un maggior grado di tolleranza verso le differenze.
Dr.ssa Stefania Arcaini
Rubrica dedicata a tematiche psicologiche, a cura della dottoressa Stefania Arcaini, psicologa e psicoterapeuta specializzata nella psicoterapia di adolescenti e adulti. Per suggerire temi da affrontare scrivetemi: arcainistefania@gmail.com
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