Sempre più frequentemente si sente parlare del fenomeno dei NEET, ma forse non tutti sanno che cosa significhi questo acronimo, che deriva dall'espressione inglese “Not in Education, Employment or Training” e indica i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni, che non sono impegnati in attività formative, lavorative o di aggiornamento - tirocinio. In Italia sono 2 milioni i giovani Neet e la pandemia sta ulteriormente aggravando la situazione. Il nostro paese ha il triste primato in Europa di giovani inattivi (22,2% secondo il rapporto Istat 2019).
L'aspetto più critico, che riguarda il 32% dei Neet, è che hanno anche perso la speranza di trovare un lavoro e quindi non sono attivi nella ricerca di un'occupazione. Alle giovani generazioni sembra mancare la prospettiva, sia nel senso di possibilità concreta di inserimento lavorativo, sia nel senso di uno sguardo lungimirante, aperto e fiducioso sul futuro. L'attuale situazione rende ancora più difficile per i giovani fare dei progetti a medio e a lungo termine, impegnandosi in un'attività, che sia formativa o di training, mantenendo la fiducia in sé e nella possibilità di raggiungere i propri obiettivi.
Data la vastità del fenomeno, l'etichetta Neet comprende senz'altro tipologie di soggetti che conducono esperienze considerevolmente diverse e le cause che determinano l'ingresso e la permanenza nella condizione di inattività sono molteplici: di natura sociale, economica, familiare, individuale.
Tra i fattori socio - economici è da considerare anche la responsabilità di datori di lavoro che, sfruttando la crisi, favoriscono il precariato occupazionale, rendendo impossibile ogni investimento sul futuro.
Tra i fattori individuali, si intrecciano aspetti motivazionali, di autostima, di autoefficacia e di capacità relazionali. Per gli adolescenti il problema si ricollega al tema della dispersione scolastica: questi ragazzi hanno spesso alle spalle un difficile percorso scolastico, segnato da difficoltà nello studio, bocciature, episodi di bullismo, interruzione degli studi. Dopo i 20 anni a pesare sono la mancanza di opportunità, la precarietà del lavoro e prime esperienze professionali vissute come fallimenti personali. Un approfondimento meriterebbe poi la questione dei ragazzi che presentano disabilità, psichiche o fisiche, i quali una volta terminato il percorso scolastico incontrano sulla propria strada maggiori ostacoli da superare per inserirsi nel mondo del lavoro.
Il sottofondo comune sono, nella maggior parte dei casi, la mancanza di fiducia in se stessi, anche in quei ragazzi che in apparenza mostrano un atteggiamento spavaldo, e la mancanza di prospettiva.
Rispetto alla mancanza di prospettiva lo psicologo tedesco Kurt Lewin (1942) proponeva una teorizzazione della propensione al futuro articolata in termini di previsioni, motivazioni, aspirazioni e movimento verso il soddisfacimento di un desiderio-bisogno. In quest'ottica, poter godere di una prospettiva temporale permette ai giovani di pensare, progettare e agire, anche in relazione al lavoro. Nella sua valenza simbolica, il lavoro ha sempre rappresentato la strada per l' integrazione, per il riconoscimento del proprio status da parte della società e contribuisce a sancire l'entrata nell'età adulta. Il permanere in una condizione di inattività, in una sorta di limbo, prolunga lo status di dipendenza, o semi - dipendenza, economica e psicologica dai genitori. Il protrarsi di tale condizione può portare i ragazzi a mantenere stili di vita e comportamenti tipicamente giovanili, nonché a sviluppare un crescente senso di frustrazione e disagio, con il rischio che, in alcuni casi, venga meno lo stimolo a crescere e ad assumersi le proprie responsabilità.
È di primaria importanza aiutare questi giovani a recuperare una visione prospettica, la fiducia in sé e nel futuro, coinvolgendoli in progetti che li facciano sentire protagonisti delle loro vite e attori fondamentali per il futuro di tutti noi.
Dr.ssa Stefania Arcaini
Rubrica dedicata a tematiche psicologiche, a cura della dottoressa Stefania Arcaini, psicologa e psicoterapeuta specializzata nella psicoterapia di adolescenti e adulti. Per suggerire temi da affrontare scrivetemi: arcainistefania@gmail.com
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