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La pianificazione successoria

La pianificazione successoria è il percorso con cui si programma la trasmissione del patrimonio (beni e capitali) prima della morte del disponente.

E' importante affrontare l' argomento perche' in questo modo possiamo decidere a chi destinare i propri beni, inoltre tuteliamo i nostri cari ed evitiamo le liti ereditarie. Infine, ma non in ultimo, possiamo ottimizzare la fiscalità successoria e valutare gli oneri a carico degli eredi.

Viviamo in un Paese nel quale la cultura del “passaggio generazionale” è poco diffusa.

Secondo le stime soltanto il 10% circa degli italiani fa testamento, a differenza di Paesi come la Gran Bretagna (80%) o gli Usa (50%).

Il testamento in realtà è uno strumento efficace per una suddivisione pensata e valutata del proprio patrimonio, in assenza del quale è la legge ad imporsi circa la divisione dei beni (successione legittima). Ad esempio, in caso di coniugi senza figli, nessuno pensa che qualora uno dei due venisse a mancare, la casa coniugale andrebbe in eredità, oltre al coniuge superstite, anche ai parenti del defunto. Ciò potrebbe creare conflitti e preoccupazione per il coniuge rimasto. Con il testamento, invece, è possibile destinare la propria casa esclusivamente al coniuge e, con la legge n.76 del 2016, anche al partner di una unione civile. Al contrario, i conviventi non hanno alcun diritto successorio.

Contrariamente agli altri Paesi europei, l’Italia in materia di successioni costituisce un “paradiso fiscale”, in quanto vengono applicate franchigie molto alte. Cerchiamo di spiegare il motivo con un esempio concreto. Se un genitore viene a mancare lasciando un’eredità di un milione di euro al suo unico figlio, le tasse di successione in linea diretta ammonterebbero a:

· circa 300 mila euro in Gran Bretagna (imposta del 40% oltre

325.000);

· 450 mila euro in Francia (imposta del 45%);

· 300 mila euro in Germania (imposta del 30%);

· zero in Italia, in virtù della franchigia di 1 milione per ogni ere-

de/beneficiario in linea retta (oltre il milione, imposta di succes-

sione del 4%).


Dal momento che da diversi anni nel nostro Paese si parla di un inasprimento di aliquote e franchigie, il discorso pianificazione successoria assume una valenza ancora più strategica. In considerazione di questa possibilità, l’argomento va affrontato con consapevolezza e con tempismo. Anche possedere un’azienda può essere motivo di ricorso alla pianificazione successoria, soprattutto in un paese come l’Italia dove il tessuto industriale è prevalentemente formato da imprese familiari (circa 92%) e tra di esse ben il 42% sono posizionate tra le prime 100; se si considera che oltre il 50% delle aziende di famiglia non arriva alla seconda generazione e solo il 15% arriva alla terza, si comprende come, alle difficoltà oggettive, sia bene non aggiungere litigi e conflitti tra eredi.

La legge ha previsto diversi strumenti che permettono di gestire al meglio una pianificazione successoria, come le donazioni, le polizze vita, le fiduciarie, il fondo patrimoniale, i patti di famiglia, i trust. Scegliere il più adatto non è semplice, la successione deve essere studiata caso per caso.

A presto cari lettori, un affettuoso abbraccio virtuale.


Il Direttore di un’Agenzia Risponde

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