L’ipocondria è caratterizzata dall'apprensione per il proprio stato di salute, dalla costante preoccupazione di avere o poter contrarre una grave malattia e dall'erronea interpretazione di segnali fisici innocui, come se fossero sintomatici di una grave patologia. La persona ipocondriaca ha un'attenzione esagerata, ossessiva, verso il proprio corpo e tende a preoccuparsi sia delle normali funzioni corporee, come ad esempio il battito cardiaco, sia di alterazioni fisiche di lieve entità, come un mal di testa. Gli ipocondriaci, inoltre, si allarmano anche sentendo che qualcun altro si è ammalato o apprendendo dai mass media notizie legate alla salute. Tra le persone ipocondriache si ravvisano due tipi di comportamento: da un lato i soggetti che avanzano continue richieste di visite mediche e accertamenti, dall'altro quei soggetti che, pur fortemente preoccupati per la propria salute fisica, evitano l'assistenza medica ed eventuali indagini diagnostiche per non avvalorare il proprio timore di essere malati. Spesso l'ipocondria si presenta in associazione ad altri disturbi, quali ansia, attacchi di panico, fobie. In questi casi, il quadro clinico è più complesso, con forti limitazioni nella vita dei pazienti.
La pandemia da covid 19 ha comportato l'intensificarsi del disagio nei soggetti che già ne erano affetti, ma anche un aumento dei casi di pazienti ipocondriaci, come spiega il presidente della Società italiana di Psichiatria Massimo Di Giannantonio: "Registriamo una serie di difficoltà che riguardano la popolazione in generale e in particolar modo le persone più vulnerabili, cioè i pazienti più giovani, la prima e la seconda adolescenza ma anche gli anziani. In entrambe le fasce d'età, ad essere più colpite sono le donne, in generale più esposte alle patologie dell'umore in senso depressivo”.
Potremmo dire che l'ipocondriaco ha un'intima convinzione di avere qualcosa che non va, un disturbo fisico, che persiste anche quando gli esiti degli esami a cui si sottopone sono favorevoli ed escludono una patologia organica. Nemmeno le rassicurazioni del medico curante sono sufficienti a tranquillizzare il soggetto, che teme di non essere preso sul serio e dubita dei riscontri ricevuti. Parla spesso dei propri sospetti anche a familiari e ad amici, i quali offrono rassicurazioni che in genere danno un sollievo temporaneo, in quanto presto l'ipocondriaco è attanagliato da un nuovo dubbio. L'ipocondriaco non accetta la natura psicologica del suo disturbo, della propria sofferenza e persiste nel “collocare” nel corpo il suo disagio: l'attenzione spasmodica rivolta al proprio corpo è legata all'illusione di avere il pieno controllo su se stesso e di poter prevenire, scongiurare possibili malattie e la sottostante angoscia di morire. Rispetto alle cause dell'ipocondria, esistono diverse ipotesi, ad esempio è stato osservato che in alcuni casi i sintomi insorgono a seguito di una grave malattia o dopo la morte di un proprio caro. Il timore di sviluppare una patologia fisica rivela un grande senso di vulnerabilità e una rappresentazione di sé come persona fragile. Una possibile ipotesi mette in relazione tale immagine di sé con il rapporto avuto nell'infanzia con le figure di accudimento, le quali avrebbero rimandato al soggetto un'immagine di debolezza, sia con messaggi espliciti che con un atteggiamento iperprotettivo. Nella psicoterapia sarà importante dare ascolto ai disturbi somatici che il paziente riporta e, gradualmente, si potrà aiutarlo a riconoscere e differenziare le sensazioni che avverte e le emozioni che prova.
Rubrica dedicata a tematiche psicologiche, a cura della dottoressa Stefania Arcaini, psicologa e psicoterapeuta specializzata nella psicoterapia di adolescenti e adulti.
Per suggerire temi da affrontare scrivetemi:
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