L'idea del villaggio di Crespi D'Adda nasce dalla visione di Cristofero Beniamino Crespi, alla ricerca di una area dove realizzare una fabbrica per la filatura del cotone, siamo nel 1877 ed il territorio individuato è in un punto strategico tra le provincie di Milano e Bergamo, tra il fiume Adda, il Brembo e il Fosso Bergamasco.
Pur non essendo semplice perché la proprietà della terra è divisa tra più soggetti tra cui due comuni Crespi acquista un'area di 85 ettari a ridosso dell'acqua perché questo elemento, come sappiamo è indispensabile dove c'è una fabbrica tessile.
Ma per raggiungere il massimo utilizzo dell'Adda si realizzerà una deviazione creando una sorta di canale grazie al lavoro di centinaia di persone che smuoveranno 170.000 metri cubi di terra e 13.000 di roccia. Ma non basta nello stupore generale viene allestita sull' Adda una centrale idromeccanica in grado di far funzionare i macchinari della filatura, ma nel 1904 la centrale verrà trasformata da idromeccanica in idroelettrica ad utilizzo non solo della fabbrica ma della comunità.
Ma parliamo della fabbrica, un solo piano, ospitante ambienti enormi, struttura impostata per consentire ad una luce diffusa di diffondersi senza abbagliare chi lavora all'interno. Due i reparti filatura e ritorcitura, quest'ultimo lo citiamo perché, in quegli anni, era una novità assoluta l'attorcigliare più fili in modo di crearne uno più resistente.
Ma la vera storia di questo posto non la può descrivere la tecnologia o i macchinari, perché i protagonisti sono gli operai, magari ex contadini della zona che anziché emigrare come da altre parti in Italia in cerca di lavoro si reinventano operai tessili.
Per accogliere meglio la forza lavoro Crespi realizza allora dei palazzotti residenziali in prossimità della fabbrica, all'inizio 3 edifici di 3 piani per un totale di 120 alloggi ma non è sufficiente, nasce un asilo per i bambini, una mensa con magazzino per generi di consumo, un albergo per gli ospiti e, pensate, una scuderia per gli animali adibiti ai trasporti di materiali. Ma non tutti i lavoratori vivono nel villaggio anche perché sono circa 600 tra uomini e donne, molti arrivano a piedi e allora per abbreviare il loro viaggio giornaliero (parliamo quindi di pendolari) Crespi fa costruire due passerelle sull'Adda che agevolano il percorso.
Nel frattempo Silvio Crespi, figlio di Beniamino, forte di esperienza in analoghe fabbriche in Inghilterra e Germania diventa Direttore Generale e nascono le casette operaie che tutto il mondo ammirerà, ma soprattutto sorge un impianto di luce elettrica che illuminerà la cittadina dove, nel frattempo è nata anche la scuola.
Servirà ai bambini fino alla terza elementare con libri, penne, inchiostro, gomme e perfino la mesa gratuite, dopo la terza elementare gli studi, per chi vorrà, proseguiranno con una scuola convenzionata a Bergamo.
Il lavoro cresce e la cittadina prospera, nascono nuovi reparti: la tessitura e la tintoria, ovviamente aumentano le necessità energetiche e viene così realizzata una centrale idroelettrica che affianca la prima elettrica.
Questa in sintesi la storia, ma solo la visita può dare la dimensione di questo posto racconta lo stesso Crespi: “La casa operaia modello deve contenere una sola famiglia ed essere circondata da un piccolo orto separata da ogni comunione con gli altri. Il giardino è cintato, la porta da in uno stretto corridoio da cui si accede in un salotto di fronte alla cucina, fra salotto e cucina è situata la scala che mette alle due camere da letto”.
Sembra incredibile ma siamo ancora nel 1800 e c'è questa attenzione incredibile verso i lavoratori, ma a colpire l' attenzione dei visitatori con espressioni stupite è anche la cosiddetta Villa Castello, visibile a chilometri di distanza e autentico biglietto da visita del villaggio.
Aspetto medioevale, materiale dominante il mattone con decorazioni in cotto, bifore, colonne, davanzali in marmo, affreschi, stemmi araldici, capitelli insomma un castello del Medio Evo costruito nel 1893, una bellezza.
Che altro dire, non si può resistere al fascino del villaggio e non pensare alla genialità del pensiero di realizzarlo tanti anni fa, all'interno troverete un visitor centre che faciliterà la visita che potrà essere guidata o in autonomia, ma solo la domenica e qualche sabato della bella stagione.
Con visita guidata, per ragioni di sicurezza, si potrà visitare anche la fabbrica e la centrale idroelettrica.
Ottima gita anche per studenti dove poter affrontare temi quali la Rivoluzione Industriale, la storia del lavoro femminile e minorile e soprattutto le condizioni di vita e lavoro che qui, erano decisamente diverse rispetto alla media europea. Oggi il villaggio è stato riconosciuto dall' Unesco come sito di valore universale, espressione della filosofia di industriali illuminati.
Massimo Turci

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