
Siamo in provincia di Varese esattamente a Gornate Olona località Torba, qui troviamo un pregevole complesso archeologico gestito dal FAI, fa parte della collana di siti denominati “Longobardi in Italia i luoghi del potere” iscritto tra i patrimoni dell'Umanita dall'UNESCO nel 2011.
Il complesso è costituito da diversi edifici: l'antico castrum, la chiesa di Santa Maria, i resti della Basilica di San Giovanni, il famoso Monastero con la chiesa e la torre. Il primo nucleo sorse addirittura nel IV secolo d.c. come avamposto militare a presidio delle vie di comunicazione tra le Alpi. Nei secoli venne utilizzato da Goti, Bizantini e Longobardi, fu proprio durante quest'ultima dominazione che il complesso lasciò la sua funzione militare per divenire borgo civile con annesso monastero dovuto all' insediamento di un gruppo di monache benedettine. Con il Monastero arrivò il refettorio, un portico, la piccola chiesa e si sviluppò una civiltà rurale contadina, abbinando quindi la funzione difensiva con la coltura di ortaggi, frutta e l'allevamento di animali. Il sito divenne quindi ambito e meta di scontri ad esempio tra le famiglie nobili milanesi Visconti e Della Torre, nel 1287 Ottone Visconti ordinò l'abbattimento del castrum lasciando solo gli edifici religiosi. Ma come sempre la vita riprese, anzi in seguito il monastero perse lo status rimanendo solo in funzione contadina. E questo fin tanto che Giulio Maria Mazzoni Crespi proprietario ne fece dono al FAI nel 1977.
Ora il sito è visitabile, con prenotazione, e l'aria che si respira è un condensato di storia, pace, avventura, arte. Non dimentichiamo che la chiesa, ad esempio, è dell'VIII secolo stile romanico e, se pur frammentarie, contiene testimonianze di architettura e pittura di pregio . Così il monastero dove ad esempio si può ancora ammirare il grande camino originale, il refettorio, gli archi a volta. Pregevole anche la torre di avvistamento, una delle poche testimonianze rimaste nel nord Italia di architettura romana difensiva. Struttura possente che si slancia alta per più di 18 metri con mura perimetrali di due metri di spessore. Gli interni rivelano in modo evidente la complessa storia dell'edificio si parte da una lapide romana in marmo con il rilievo di un elmo crestato, tra gli affreschi la figura di una monaca che,
come da iscrizione, ha il nome tipicamente longobardo di Aliberga. Pregevole anche la presenza di un Cristo imberbe sul trono affiancato da due angeli. Ancora affreschi su ogni parete compreso un leone alato che lascia pensare al simbolo della Repubblica di Venezia. Come dicevamo il sito è visitabile e consente di abbandonare pensieri e ritmi della vita moderna lasciando momenti a disposizione per la ricerca del bello, della pace, dei colori della natura. Poi, cosa che non guasta mai, sempre nel sito è possibile fermarsi al ristorante che è stato ricavato proprio in quello che un tempo fu il refettorio delle monache benedettine.
Quindi se pur dopo mille anni la funzione originale è rimasta, con la vocazione di offrire ai visitatori piatti della cucina povera tradizionale con prodotti del territorio.
Immancabile l'uso del maiale, sopra tutto negli antipasti, poi il classico risotto magari con la variante degli asparagi, oppure pasta al pesto di mandorle.
Come secondi accompagnati dalla tradizionale polenta un bello spezzatino o il bastone di Torba (ricetta quasi segreta), per finire con dolci a base di mele. Il sito è chiuso il lunedì e martedì, il costo è di 7 euro per gli adulti, ridotto 3,5 euro; in zona il Parco Archeologico di Castelseprio, a Varese il famoso santuario del Sacro Monte, ma questo pensiamo meriti una visita in esclusiva.
Buona giornata.
Comments