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CIAO LUIGI!

improntaredazione

Il 29 gennaio scorso un numero veramente enorme di persone ha tributato l’ultimo saluto a Luigi Ruzza, peschierese “doc” (nonostante fosse nato a Milano), indimenticabile gestore del BAR RUZZA, scomparso all’età di 83 anni.

Parlando di Luigi, con le numerose persone che erano presenti, ci siamo resi conto che -ahimè- il trascorrere impietoso del tempo non ci ha portato via solo un amico ma anche l’interprete e il testimone più autentico d’un pezzo della Peschiera che abbiamo amato e che fatichiamo sempre di più a ritrovare.

Stiamo parlando mitica LATTERIA RUZZA che sorgeva negli stessi locali, oggi rinnovati, dell’omonimo bar.

Oggi si direbbe un luogo di aggregazione sociale ma, per noi che l’abbiamo vissuto, era la componente gioiosa (ma impegnativa) della giornata di lavoro. Tutto iniziava col caffè della mattina e si concludeva, dopo il lavoro, con l’aperitivo.

Gioiosa perché era bello e rassicurante incontrare gli amici, Impegnativa perché gli argomenti più vari “(…) dallo sport alla politica, dal “senso della vita” all’importanza del cacciavite nell’economia domestica(…)” si affrontavano tutti con grande passione. Il calcio era, ovviamente, l’argomento principe allorché -il lunedì mattina- si misuravano le tifoserie di Inter, Milan e Juventus.

Tutto questo sotto lo sguardo scanzonato e severo di Luigi Ruzza che interveniva, moderava e -se il caso- interrompeva e redarguiva, perché lui il calcio lo conosceva bene, per averlo giocato a ottimi livelli.

Quindi … Grazie Luigi per ciò che hai rappresentato per ognuno di noi.

Daniele Bertoni


Doveroso è il ringraziamento a Flavio Oreglio che ha fornito non solo le immagini a corredo di quest’articolo ma anche alcuni stralci -che pubblichiamo di seguito- del suo libro “O-TEAM FOREVER” pubblicato dalle Edizioni Primula di Voghera nel 2015, in occasione del suo “Trentennale on stage” e che raccontano della carriera e della passione calcistica di Luigi Ruzza.


LUIGI RUZZA E LA MITICA “LATTERIA”

di Flavio Oreglio


«Uno dei personaggi più strepitosi di Peschiera Borromeo è senza dubbio il sig. Luigi Ruzza. Nato a Milano all’ospedale Macedonio Melloni il 23 aprile del 1941, è in realtà un peschierese DOC che ha vissuto i primi anni della sua vita al Castelletto.

Tra il 1962 e il 1966 ha gestito con la futura moglie Donida Luigia il Circolo della Cooperativa “La Famigliare” per poi rilevare nel 1966 la Latteria dalla famiglia Reati che la conduceva precedentemente.

Luigi è sempre stato un grande appassionato di calcio, prima giocandolo e poi continuando a organizzarlo a ogni piè sospinto.

Nei primi anni ‘60 giocò nel F.C. Ortica (Juniores) passando poi al Bovisio Masciago (Promozione) e in seguito a Rescaldina, alla Rescaldinese dove giocò per due anni in Quarta Serie. A Rescaldina, dice lui, “mi hanno dato due calci nel culo invece che i soldi”

Nel 1962 partì per il militare. Meta: Bari, Terza Legione Aerea dell’Aeronautica. In quel contesto giocò nella compagine militare… “Mi chiamavano Attila, perché dove passavo io, non cresceva più l’erba” dice Luigi con un sorriso sornione sulle labbra. Il “Martinafranca” lo notò e lo acquistò. Così il Ruzza si ritrovò a giocare in Puglia per due anni per “tre piatti di pastasciutta per partita”. In quella terra bellissima Luigi fu molto amato. Narra la leggenda che quando venne per Luigi il momento di rientrare a Milano a causa di un incidente di gioco in cui si ruppe una gamba, un ristoratore di Martinafranca, tale Ignazio (detto “il Re della pastasciutta”), si mise sui binari del treno per impedire la sua partenza, ma non riuscì nell’impresa.

Luigi rientrò e tornò a giocare a Rescaldina che stava retrocedendo. Con un’impresa memorabile salvò la squadra che rimase in Quarta Serie. Nello spareggio finale con l’Albinoleffe Luigi segnò quattro gol. Queste le parole con le quali lui commenta ancora oggi quel capolavoro: “Me ciapaven no nanca cul fusil”

Tra le tante stellette della sua carriera calcistica brilla la sua presenza nella “Rappresentativa Regionale Lombardia semiprofessionisti” che giocò a Fano contro le Marche. Luigi era in squadra con Rogora (Fiorentina), Fumagalli (Foggia) e Tamburini (Roma). Poi la gamba gli impedì di andare avanti e così Luigi si ritirò dal calcio giocato.

Soprannominato “El speget” (perché andava sempre in bicicletta) e in seguito “Spazzola” per via della capigliatura, Luigi non ha mai smesso di occuparsi di calcio e da quando ha aperto la fantasmagorica “Latteria Ruzza”, ne ha fatte di ogni.»




 
 
 

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