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Autoritratto di artista, come alcuni pittori dipinsero sé stessi.

Due vite diverse, una visione simile di Bettina Cuccinella Parte III

Il tema accattivante degli autoritratti ci potrebbe portare dovunque, avanti e indietro nel tempo o in giro per il mondo e quindi lasciandoci guidare dalla pura curiosità parliamo di due artisti che sono in qualche modo collegati. Pablo Picasso e Francis Bacon. L'uno spagnolo, l'altro irlandese.


Partiamo dal primo. Cosa rappresenta di fatto Picasso nella storia della pittura? Picasso è fondamentalmente il punto di passaggio e di incontro tra due secoli, ottocento e novecento. Nacque a Malaga nel 1881 da madre di origini genovesi, da cui prese il cognome, e padre insegnante di arte. Si capì fin da molto giovane che il suo spiccato senso artistico superava di gran lunga quello del padre. Frequentò quindi i corsi dell'accademia dove ebbe modo di mettere a frutto le sue doti. La famiglia si trasferì a Barcellona dove il padre affittò al giovane artista, oramai adolescente, uno studio insieme a un altro compagno. Le opere figurative che furono esposte erano il frutto degli studi accademici fino ad allora condotti e ancora così lontane dal percorso che avrebbe fatto in seguito e che lo porteranno a diventare uno dei padri della pittura contemporanea.

Per un breve periodo successivo si trasferì a Madrid ed ebbe la possibilità di studiare opere di artisti come Velasquez, El Greco e Goya, conservati nel Museo del Prado. Ritornato a Barcellona cominciò a frequentare Els quatre gats, locale ispirato ai cafè parigini dove si riunivano gli artisti del tempo. Picasso era ribelle di natura e presto famigliarizzò con i diversi personaggi che come lui sentivano quella smania di cambiameno e di libertà che portarono alla nascita delle avanguardie pittoriche che così tanto caratterizzarono l'inizio del secolo scorso. Assecondando il suo impulso arrivò a Parigi, città allora in pieno fermento, accompagnato dal suo caro amico e pittore Casagemas. Purtroppo fu costretto a rientrare presto in Spagna per accompagnare a casa il suo compagno provato da una relazione amorosa finita male. Rientrato in Francia apprese che Casagemas non aveva retto alla delusione e si era suicidato. Iniziò per Picasso un periodo di forte sconforto con quadri caratterizzati dai toni freddi del blu nei quali ritraeva preferibilmente personaggi tristi e derelitti, il famoso Periodo blu.


Con il tempo l'artista si riprese dalla perdita dell'amico e iniziò per lui una fase di relativo benessere che venne definita come Periodo rosa. I colori caldi riapparirono sulla tavolozza ma il cambiamento vero, quello che lo portò a distaccarsi dalla pittura prettamente figurativa, fu l'attenta osservazione di alcune opere della Spagna preromanica e dell'arte africana e che lo spinsero a elaborarare quella corrente che verrà denominata cubismo. La prima vera opera cubista è Les madamoiselle d'Avignone (qui a lato). L'arte cubista era decisamente innovativa per quei tempi, racconta e svela la terza dimensione, la profondità, pur sul piano bidimensionale della tela. Sfida le forme. Con letture impensate la nuova visione raccoglie l'essenza del soggetto di cui si percepiscono gli elementi essenziali e distintivi, sia dal punto di vista oggettivo che soggettivo, anche l'anima ci parla. Sono da esempio alcuni ritratti di persone che Picasso immortalò nei suoi quadri. Sappiamo di lui che ebbe relazioni amorose con diverse donne che causarono molta sofferenza alle sfortunate compagne. Di molte si conservano la rappresentazione dei volti autografati dal pittore. Marie Therese Walter fu per sette anni la sua giovane amante mentre era già sposato con la ballerina ucraina Ol'ga Chochlova. Nel suo ritratto Picasso isola e riproduce i tratti caratterizzanti, la dolcezza e la delicata bellezza della donna. Distogliamoci per un attimo dall'artista spagnolo e accostiamoci a Francis Bacon, artista irlandese che nacque a Dublino nel 1909. Padre iracondo e tirannico, militare dell'esercito britannico, e madre appartenente a una facoltosa famiglia del nord dell' Inghilterra, i Bacon si trasferiscono a Londra durante la seconda guerra mondiale. Francis soffriva di forti attacchi di asma e a causa di ciò la sua educazione fu affidata ad un sacerdote, successivamente entrò in collegio. L'artista aveva una personalità complessa, ai limiti del disturbo psichico. Molto presto si rese conto della sua omosessualità, che ai quei tempi era un considerata un crimine, e del suo interesse verso l'arte e per questo il padre lo cacciò di casa quando era ancora molto giovane. L'artista si trasferì quindi definitivamente a Londra dove entrò in contatto con un giro di omossessuali della metropoli. Fu durante la successiva permanenza a Parigi che vide una mostra di Picasso e se ne innamorò decidendo in via definitiva di fare il pittore. Vide e rivide quelle opere dalle quali si sentiva fortemente ispirato. Bacon è considerato un pittore esistenziale e la “scomposizione” dei soggetti di alcuni dei quadri cubisti, da lui tanto osservati, venne da lui fatta propria e riprodotta negli uomini dai volti scarnificati e malati da lui dipinti. Testimone del suo tempo raffigurò i corpi martoriati e disgregati dalla seconda guerra mondiale. Bacon amava rappresentare il negativo, il torbido e il deforme, assecondando la sua natura che, dotata di un pizzico di perversione, caratterizzava la sua arte decisamente forte e provocatoria tanto da raffigurare il papa Innocenzo X in più di uno dei suoi quadri. ...Segue

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