SALUTE - PARLIAMO DELLA CRESCITA
- improntaredazione
- 24 apr
- Tempo di lettura: 4 min
DA 1 A 3 MESI AIUTIAMO LA MENTE
In questi primi mesi il bambino cerca di interagire, a modo suo, con il mondo che lo circonda e con il proprio corpo. E' una tappa fondamentale sia per la conquista di capacità cognitiva che per un corretto sviluppo neuromotorio.
Il bambino passerà molto tempo a osservare le persone che lo circondano, riconoscerà le voci e inizierà a ”conversare” con i genitori.
Per questo sarà importante parlargli in ogni occasione, mentre lo cambiamo, mentre mangia, quando si addormenta, rispondere ai suoi sorrisi con i nostri sorrisi, cambiare le espressioni del volto così che anche il bimbo per imitazione cambi le proprie. Questo oltre che rassicurarlo svilupperà la capacità di socializzazione e l' intraprendenza nell'interagire.
Noterete che se nei primi due mesi di vita il neonato aspetta che siate voi a prendere l'iniziativa per comunicare, verso il terzo mese sarà lui ad attirare l'attenzione con piccoli gesti, espressioni facciali e vocalizzazioni, scruterà anche il viso di chi ha attorno per verificare le reazioni. Quindi se a due mesi risponderà con un sorriso ad un vostro sorriso dopo il terzo sarà lui a ridere di gusto o muoversi in modo più coordinato, sta diventando più forte, più curioso, più sveglio insomma sta crescendo.
Comincerà ad aprire e chiudere le mani, farà il pugnetto, riuscirà a tenere in mano un giochino, magari il sonaglio e…scoprirà che può fare rumore. Poi oltre alle mani scoprirà anche i piedi e sarà una nuova fonte di divertimento. Tutto questo lo scoprirete ma come si può facilitare questo momento del cucciolo?
Lo sviluppo psicomotorio si realizza attraverso il gioco, quindi oggetti che attirino la sua attenzione, giochi colorati di diverse forme, consistenze e dimensioni che elevino il livello esplorativo, poi non dateglieli tutti subito in mano, vicino ma fuori dalla portata così che possa vederlo apprezzarlo e raggiungerlo.
Quindi, riassumendo alcuni suggerimenti:
1) Parlargli, sorridere, giocare a nascondino
2) Battere delicatamente le manine
3) Muovere le gambe come se stesse pedalando
4) Utilizzare i giocattoli in modo che li scopra e li usi
5) Lasciare che stia sulla pancia qualche minuto, rafforza collo e spalle
6) Fare le “facce” in modo da divertirlo e spingere ad imitare
7) Parlargli
8) Leggere storie, fiabe anche se ancora non capisce.
LO SVILUPPO FINO A 3 ANNI
Jean Piaget, psicologo ed esperto delle sviluppo cognitivo dei bambini, ha individuato 4 fasi per lo sviluppo, ognuna di esse è caratterizzata da nuove acquisizioni che il bambino utilizza per rapportarsi alla realtà:
Fase senso motoria. Da zero a due anni, il bambino utilizza i sensi e le capacità motorie per scoprire il mondo che lo circonda e avere una prima relazione con l'ambiente.
Fase pre operatoria. Da due a sette anni, questa fase è caratterizzata dal gioco e dalla fantasia, nella mente del bambino ogni cosa può trasformarsi in un'altra, un bastone in una spada, tre sedie in fila in un treno, nascono l'immedesimazione e l'imitazione, quelli che per noi sono lavori normali per il bimbo possono essere esperienze imitative, la mamma con una bambola, il poliziotto con manette e distintivo, il meccanico con le macchinine.
Fase concreta. Dai sette agli undici anni inizia il pensiero logico, la curiosità, si pone domande e cerca le risposte, vuol capire.
Fase operatoria formale. Fino a dodici anni, qui il ragazzino formula ipotesi e cerca da solo le risposte tramite sue verifiche, è in grado di valutare tra più alternative, il concetto di immedesimazione viene limitato, ora è più autonomo anche nelle scelte, il pensiero cresce è più complesso, si avvicina a quello di un adulto.
In tutti questi passaggi il ruolo dei genitori è fondamentale, già dai primi mesi il legame genitori bambini è imprescindibile per un corretto sviluppo cognitivo. Il bambino si serve dell'adulto per capire, crescere, acquisire esperienze.
Il genitore non è solo un punto di riferimento ma rappresenta il vettore tra lui e il mondo circostante, anche per questo è necessario che per il piccolo ci siano un padre ed una madre, per l'approccio ai problemi, la sensibilità nell'affrontarli, il fatto di esporre al bambino un diverso punto di vista caratterizzato dagli elementi significativi dei due sessi. Sicuramente è importante creare una relazione che possa privilegiare il bisogno di movimento del piccolo nei primi anni di vita, sapendo che movimento non significa solo muoversi ma vedere, capire, afferrare, gestire insomma crescere. Stimolare la sua natura e tenere conto delle caratteristiche del pensiero infantile è fondamentale per non attribuire ai bambini intenzioni che non siano in linea con la loro fase di sviluppo. Molti genitori pensano che il proprio figlio utilizzi atteggiamenti di sfida per ottenere ciò che desidera. E' però dimostrato che solo dopo i quattro anni il bambino impara a leggere e comprendere gli stati mentali degli altri ed il fatto che possano pensare in modo diverso da lui.
Quindi se provoca prima dei 4 anni forse l'adulto non si rapporta in modo corretto. E' necessario creare le condizioni materiali e affettive giuste. Materiali significa che la casa o l'asilo e scuola devono rappresentare luoghi sicuri dove avventurarsi senza problemi, godendo di libertà fisica e psicologica.
Le condizioni affettive sono garantite dal modello di riferimento rappresentato dai genitori, sereni , giocosi ma attenti e fermi se è il caso, sempre pronti a sostenerlo, supportarlo ma anche nel caso correggerlo con i giusti modi. Importantissimo è tenere a mente che il percorso di crescita avviene anche attraverso la comunicazione che può avvenire tramite linguaggio verbale ma anche non verbale, a questo i bambini sono attentissimi. Successivamente con l'ingresso all'asilo nido giocando tra loro, i bambini cominciano ad esprimere i propri vissuti emotivi trasferendoli spesso sugli oggetti di gioco. E' un modo per liberarsi delle proprie paure, ancor di più con la cooperazione, quando tra loro collaborano alla realizzazione dello stesso gioco.
Concludiamo con un avvertimento:
Schermo o realtà?
La risposta schermo è quella più facile per i genitori, bisognosi di un attimo di tranquillità, della possibilità di mangiare in pace al ristorante. Si perché lo schermo intrattiene il bambino e lo avvicina a cose distanti, irraggiungibili fisicamente, ma l'uso eccessivo lo prova di una quota fondamentale di esperienza reale, di gioco, scoperta e interazione, che sono aspetti essenziali della crescita.
Quindi è sconsigliata l'esposizione agli schermi prima dei due anni e tra i due e i quattro l'utilizzo deve essere limitato, al massimo un'ora al giorno, perché il resto del tempo sarà destinato al gioco anche con la partecipazione di adulti, genitori e nonni non si limitino ad essere osservatori ma attori nella crescita del piccolo.
Massimo Turci




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