Prosegue senza soste la campagna elettorale di Marco Malinverno, presso il noto (e grande) ristorante di Peschiera “La fabbrica dei sapori” in una sala gremita di folla è stata presentata la traccia di quello che sarà il programma elettorale. Mentre altre forze politiche sono alla disperata ricerca di un candidato e, invece di proporre, vivono nel passato consumate dai rancori , la coalizione che appoggia Malinverno ha evidenziato alcuni punti programmatici con la filosofia che il programma deve essere un contenitore di progetti di cui si è già ampiamente valutata la fattibilità tecnica, il reperimento delle risorse, e l'adesione dei cittadini. Lo scopo è di evitare i programmi che siano solo un elenco di buone intenzioni che si debbano poi scontrare con la realtà. Ognuna delle quattro formazioni che formano la coalizione ha presentato alcuni spunti, Claudia Bianchi per la lista che fa riferimento al PD, Greta Conca per la nostra “Impronta” saldamente attestata nell'area del centro destra, Orazio D'Andrea e Cristina Amidani rispettivamente a nome di “Peschiera Partecipa” e “Peschiera + Viva”. Le conclusioni sono state ovviamente affidate a Malinverno che prima di addentrarsi nel futuro, ha stigmatizzato sulle sparute critiche qualunquiste che a volte appaiono sui social, autentico sfogatoio dei nostri giorni, luogo dove è lecito anche calunniare non dovendo portare prove, ragioni, idee. Ha invece ostentato con forza l'idea base dietro alla sua candidatura, il progetto già ripreso in altre località e rimarcato dal “Giornale” , cioè superare le distanze ideologiche retaggio del secolo scorso, e confrontarsi su temi e progetti, anche ambiziosi ma finalizzati a far ripartire una città bloccata, il cui futuro non può essere limitato all'asfaltatura di una strada o ad una pessima barriera antirumore (anche bruttina!). Una città dove si ricominci ad ascoltare prima di parlare, dove la realtà sia segnata dai fatti e non dagli slogan, dove l'improvvisazione lasci il campo a preparazione ed esperienza. Una città che abbia al centro la persona ed i suoi bisogni, di lavoro, di cultura, di salute, di sicurezza. Una città dove il “verde” non sia un colore di cui ricordarsi in campagna elettorale ma la realizzazione di progetti che rispettino l'ecosistema perché l'uomo ha bisogno di vivere in un ambiente sano e funzionale. Una città che sia in grado di limitare lo strapotere dei partiti per sostituirlo con il potere delle persone che conosciamo, che incontriamo al mercato o al bar, di cui ci fidiamo perché ne conosciamo la famiglia, le abitudine, l'onestà. Una città protesa verso il futuro che non dimentica l'energia, la saggezza, l'esperienza ed il lavoro dei nostri padri.
- improntaredazione
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