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QUEL PASTICCIACCIO BRUTTODELL'ARCHIVIO DEL CABARET

Premessa. Nel 2017 l' amministrazione Molinari decise di concedere a Flavio Oreglio per mezzo della Associazione culturale Musicomedians, un piccolo locale di proprietà comunale destinato ad ospitare documenti, scritti, testi, approfondimenti, locandine , manifesti, al fine di creare, unico in Italia, un archivio del Cabaret.

Da qui nacque anche “La storia del cabaret” dello stesso Oreglio presentato con successo al De Sica a Peschiera con l' intervento, tra gli altri, di Roberto Brivio storico sponente dei “Gufi” e della musica milanese.


Chi è Flavio Oreglio. E' un famoso intrattenitore di palcoscenico, sarebbe riduttivo dire che è un cabarettista in quanto anche musicista e scrittore; coniuga satira e poesia, pensiero e impegno civile. Già negli anni 80 conquista il suo spazio sul palcoscenico tra riflessione ed umorismo, più volte ospite di Maurizio Costanzo diventa fenomeno di costume proponendo a Zelig momenti catartici. Per quelli che non lo sapessero Flavio è di Peschiera, ma non perché già famoso è venuto ad abitare qui, è di Peschiera perché nato qui, ha visto la città crescere e conosce i vecchi peschieresi uno per uno. Insomma è un concittadino famoso, di quelli che danno lustro ad un territorio e che la città dovrebbe esibire come biglietto da visita.


I fatti. Come ampiamente riportato dalla cronaca, un bel giorno la nuova amministrazione Moretti decide di concedere quello stesso locale affidato con lungimiranza all' Archivio del Cabaret, all' agenzia dell'abitare per una proposta di welfare abitativo.

Ovviamente il Comune ne ha diritto e la nuova destinazione ha una funzione utile e necessaria, tuttavia la procedura adottata per sfrattare Oreglio rileva e conferma la confusione mentale ed operativa che risiede in Comune.

Infatti, a suo tempo, Oreglio incontrò il Sindaco e l' Assessore Accosa per illustrare cosa fosse l'Archivio e le sue potenzialità, ottenendo (un po' come tutti) manifestazioni di grande interesse finite poi nell' anonimato del non se ne parla più.

Addirittura Flavio, come titolare di quel locale, non viene avvisato anticipatamente nelle intenzioni del Comune di metterlo in mezzo ad una strada, ma con una telefonata di un funzionario cui viene lasciato l'ingrato compito come se si trattasse non di un artista vanto della città ma di uno scomodo inquilino abusivo. Poi ci sono state lettere, smentite, prese visioni, rismentite, giustificazioni che non ci interessano perché non modificano l'idea che la città si è fatta della vicenda: Peschiera ha perso una occasione.


Il commento. Come si suol dire esiste una forte differenza tra essere Amministratori di condominio (con tutto il rispetto per la categoria) e amministratori di una città. Il primo si occupa della gestione dei locali e della loro manutenzione, il secondo dovrebbe avere una visione, cioè immaginare come migliorare la città e la vita dei suoi abitanti negli anni a venire.

Nel nostro caso chi fa politica avrebbe dovuto intuire le enormi potenzialità di avere in città un archivio del cabaret, avrebbe dovuto pensare a come sviluppare queste potenzialità, locali più numerosi e più grandi, una idea che gradatamente prede forma: Il Museo del Cabaret! Primo del suo genere, unico in Italia con sede a Peschiera.

Gli eventi che solo qui avrebbero potuto essere presentati, magari sfruttando proprio i colleghi e amici di Oreglio, Ale e Franz o Gioele Dix magari Ficarra e Picone. Poi si potrebbe abbinare il Piccolo Circo Orfei con iniziative spettacolo e perché no un laboratorio di cabaret scuola per giovani comici e palestra di umorismo, insomma quando si ha una carta da giocare la si metta sul tavolo se no chi ve lo fa fare essere in politica; una maggioranza dove tutti criticano tutti e insieme criticano il sindaco, decisioni importanti che non vengono prese, i soliti nodi che invece che venire al pettine vengono rinviati elezione dopo elezione. Peccato una bella occasione gettata.

Massimo Turci


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