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METAVERSO: PROVIAMO A CAPIRE COS'E'

Da quando Facebook ha adottato il nome “Meta”, riferendosi evidentemente al Metaverso, si parla continuamente e spesso a sproposito di questo nuovo ambiente che – sembra – sia prossimo a dominare il mondo, facendo apparire le più estreme ed avanzate applicazioni di internet come incisioni rupestri della Valcamonica. In effetti la confusione è molta e dipende in gran parte dai nostri limiti cognitivi e interpretativi: in particolare dall'errore che facciamo quando confondiamo le tecnologie con le loro applicazioni. Cerco di spiegarmi meglio con un esempio. Internet è la base e su di essa abbiamo costruito le applicazioni: la posta elettronica, Facebook e tutti i social media, lo streaming di Netflix ecc... Né Facebook né le e-mail sono la base su cui poggia la realtà virtuale, ma sono applicazioni nate dalla realtà che si chiama internet. Possiamo perciò paragonare la rivoluzione del Metaverso a quella che a suo tempo fu introdotta da internet, ma siamo solo agli inizi e – per il momento – non conosciamo tuti i virtuosismi e nemmeno gli orrori che potranno scaturire da questo nuovo universo. Sbagliamo quindi quando pensiamo che il Metaverso sia partecipare con un Avatar (1) alla riunione di lavoro, sarà anche questo ma anche molto, molto di più... Ovviamente le multinazionali stanno approfondendo da anni (almeno dieci negli Usa) e la loro risposta è univoca: “Siamo pronti!”... Ovviamente sono pronti ad adeguare i loro sistemi operativi e potenziare i loro dispositivi di realtà aumentata, le piattaforme di gioco, di e-learning. Ora, con grande cautela, utilizzando un linguaggio che non sia tecnico, potremmo affermare che il Metaverso sarà un universo popolato da numerosissimi mondi virtuali, che potranno operare tra loro, prodotti e riprodotti in tempo reale “(...) che possono essere vissuti in modo sincrono e persistente da un numero illimitato di utenti, con un senso individuale di presenza al loro interno, e che garantiscono la continuità dei dati relativi a identità, storia, diritti, oggetti, comunicazione e pagamenti.” (2) Per decenni le ragioni per costruire un mondo virtuale sono stati i videogiochi oppure alcune rielaborazioni cinematografiche di computer grafica (chi può dimenticare Call of Duty e le scene di massa de Il Signore degli anelli?). Domani questa tecnologia troverà ruolo centrale nelle nostre relazioni. Cambierà il modo di lavorare, di studiare (per cui Tele-lavoro e Didattica A Distanza sembreranno dinosauri), ovviamente di fare acquisti, ma anche per contrarre un mutuo... potremmo mandare il nostro avatar. Le domande a questo punto sono molteplici e fonte di preoccupazione: - Chi controllerà questo mondo?

- Come saranno garantiti i diritti civili?

- Quanto ci metterà la criminalità organizzata ad assaltare questa “diligenza virtuale”? La risposta alla prima domanda è abbastanza intuitiva: i gestori delle piattaforme del mondo virtuale e i fornitori di servizi saranno i Deus ex machina di questo nuovo universo; la presenza di questi soggetti privati, con evidente scopi di lucro e profitto, non sono la garanzia migliore per lo sviluppo di un Metaverso sicuro e privo di speculazioni. Sul fonte dei diritti civili i governi faranno il loro compitino ignorando, con colpevole ingenuità, che in qualche parte del mondo esisterà sempre un uomo di potere pronto a scovare i suoi oppositori col Metaverso e consegnarli a militari in carne ed ossa. Per quanto riguarda le risorse della criminalità organizzata... ho paura che anche questa ci stia lavorando molto alacremente.

Daniele Bertoni

Note: (1) Nell'induismo, discesa e incarnazione di una divinità. estens. Reincarnazione, ritorno. In informatica, rappresentazione grafica e virtuale di un visitatore di sito web. (2) Mattew Ball “METAVERSO Cosa significa, chi lo controllerà, e perché sta rivoluzionando le nostre vite” Garzanti, 2022.





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