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LA FATAL VERONA

Ai tifosi milanisti (come me) il titolo “Fatal Verona è evocativo di ricordi, non belli.

Esattamente un campionato quello del 1973 quando, già in condizioni non buone, avendo giocato una finale europea tre giorni prima, Il Milan incappò in una direzione arbitrale diciamo strana? Sfortunata? Unica? Insomma in quella fatal Verona si perse uno scudetto quasi vinto.

Lasciamo perdere (ha fatto la battuta!!!), pensiamo ad oggi.

Verona città stupenda, obbligatorio visitarla, non fosse altro per la tragedia di Romeo e Giulietta che la pone al centro del mondo Shakespeariano, monumenti, palazzi, castelli, il fiume Adige, l'Arena, cucina tutta da gustare, ma di questo parleremo più tardi ora spazio al calcio. Si perché l'Hellas Verona nasce nel 1903 grazie ad un gruppo di studenti del Liceo Classico Scipione Maffei con l'appoggio dell' insegnante di greco che propose proprio il nome Hellas per ricordare l'antica Ellade attuale Grecia. Dopo avere assorbito due società minori, la Scaligera e la Bentegodi, il Verona nei decenni della sua vita giocò per lo più in serie B e solo nel 1957 raggiunsero finalmente la sospirata serie A. Ma anche negli anni successivi non si registrano fatti degni di nota (solo nel '64 una semifinale di Coppa Italia), nel decennio 70/80 il Verona si stabilisce in serie A e iniziano i nomi prestigiosi sia per la presidenza (Garonzi) che per la panchina (Nils Liedhom, Osvaldo Bagnoli), ma è nel 1984 l'impresa epica di conquistare lo scudetto. Epica perché una squadra nota come “provinciale” (non in termine dispregiativo ma unicamente come dimensione diversa da grandi team delle grandi città, Milan, Juventus, Inter, Napoli, Roma, Fiorentina, con budget, prospettive, obiettivi diversi), conquista la vittoria inaspettatamente. Artefice l'allenatore Bagnoli, tra i giocatori gli stranieri Briegel e Elkjaer.

Dopo questo clamoroso successo, la storia si appanna, mantenere l'alto livello raggiunto comporta costi insostenibili, tanto che la società fallisce. Tuttavia la squadra si è conquistata di diritto un posto importante nella storia del calcio italiano e così non mancheranno allenatori importanti come Fascetti, Mandorlini e Prandelli. Anche negli anni 2000 l'altalena tra A e B continua, così come i nomi di prestigio non mancano, il centroavanti della nazionale Luca Toni, lo straniero Manuel Iturbe, Gianpaolo Pazzini, e ancora gli allenatori Del Neri, Pecchia, Grosso.

Oggi il Verona è in serie A reduce da un ottimo campionato, la squadra è allenata da Juric che lo scorso anno ha lanciato giovani talenti come Pessina, Kumbulla, Amrabat, Zaccagni.

I colori sociali sono il giallo ed il blu dello stemma della città, i soprannomi sono “ i Mastini” e “gli Scaligeri” in riferimento alla famiglia Della Scala che governò Verona nel XIII secolo. Lo stadio è il Bentegodi un impianto da circa 40.000 posti.

Ovviamente se la curiosità sportiva ci ha portato fin qui, non possiamo certo fare a meno di visitare le moltissime possibilità culturali che la città offre.

A partire dall' anfiteatro romano meglio noto nel mondo come “L'Arena”, costruita nel I° secolo disponeva di 30.000 posti e, inizialmente ospitava spettacoli di gladiatori, imponente nella struttura e suggestiva grazie al rivestimento esterno di pietra veronese ed alla struttura interna di gradinate concentriche. Prende il nome dalla rena cioè la sabbia che si trova nella parte centrale. Oggi è considerata il tempio della lirica, teatro all'aperto unico al mondo.

Ma non si può pensare a Verona senza pensare alla vicenda d'amore di Giulietta e Romeo, il turismo romantico vede tappa obbligatoria alla casa dei Capuleti, nel cortile i turisti di tutto il mondo alzano gli occhi verso il balcone di Giulietta e ricordano frasi, atteggiamenti ed emozioni della tragedia.

Meno fortunata l'abitazione di Romeo dove si nota una targa con la scritta “.. io non son qui e non son Romeo, Romeo è altrove..”. Esiste poi anche una tomba di Giulietta, presso un antico convento dei frati Cappuccini dove è visibile il sarcofago.

Come non citare poi la Chiesa di San Zeno Maggiore, uno dei più grandi esempi di architettura romanica, all'interno il corpo del santo e la famosa pala di San Zeno opera di Andrea Mantegna. La cui importanza è dovuta al fatto che abbiamo per la prima volta una conversazione pittorica a carattere religioso. Per necessità di spazio elencheremo solo le “cose” più interessanti, tra queste i ponti. Perché Verona è tagliata in due dal fiume Adige ed i ponti, che oggi sono sette, hanno svolto una funzione essenziale per la città. Ne ricordiamo due, Il più vecchio è il Ponte di Pietra di epoca romana che collega il teatro romano col centro cittadino, il ponte Scaligero di fronte a Castelvecchio.

Poi ci sono i castelli, ma se si vuole cogliere il lato popolare, vivace della città senza rinunciare all'aspetto culturale bisogna entrare nel salotto della città, quel centro storico dove si affacciano il palazzo del Comune, la Torre dei Lamberti, La Casa dei Giudici, le case dei Mazzanti, Palazzo Maffei, e le piazze con il rito dell'aperitivo, e i ristorantini nascosti nei vicoli medioevali, Il Capitello o Tribuna dove già nel XIII° secolo sedeva il Podestà. Ma siccome tra calcio e palazzi storici siamo arrivati al capitolo ristoranti vediamo ora cosa si può mangiare a Verona. In questa città gioiello senza tempo anche la cucina esige il suo spazio.

Come iniziare se non dalla pasta e fasoi piatto medioevale tipico della cucina popolare, ricco e robusto arricchito con cotiche di maiale. Bigoli con le sarde, uno spaghetto più spesso condito con salsa di sarde alla Vigilia di Natale e il Venerdì Santo. Pastissada de caval, carne di cavallo macerata nel vino e nelle spezie, piatto nato nel '400 ma ancora attualissimo.

Bollito con la peara, un preparato di carne e verdure con purè di pane grattugiato e pepe. Riso al tastasal, risotto fatto con carne macinata salata e pepata.

Risotto all' amarone, preparato rigorosamente con il Vialone nano come riso, il vino è ovviamente l'Amarone della Valpolicella e il formaggio sarà il Monte Veronese.

Le Fritole dolce nazionale del Veneto tipico del carnevale, sono frittelle con gli ingredienti tipici ma in più…. un bicchierino di grappa, infine e non ha bisogno di spiegazioni il Pandoro.

Siamo alla fine e allora ‘‘Ciao butei se vedemo...”


Massimo Turci

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