Il Parco Sud di … DOMANI
- improntaredazione
- 1 ott
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Peschiera Borromeo e Mediglia sono legate al Parco Agricolo Sud Milano, non è solo una questione geografica è una questione di lavoro, di cultura e di coltura, di correnti..d'aria, di profumi e a volte anche di odori meno gradevoli, il Parco è un polmone verde per Milano ma è anche economia e sviluppo. Diciamo questo perché, forse, il Parco è entrato in una fase nuova della sua vita, è arrivato un nuovo Presidente quell'Andrea Checchi già sindaco di San Donato Milanese ma a rafforzare il rapporto in un ventaglio di collaborazioni istituzionali è anche arrivata l'assicurazione che ci sarà una nuova sede e l' ingresso nella rete dei parchi regionali.
La nuova sede sarà all'interno del complesso di edifici di Regione Lombardia esattamente in Piazza Città di Lombardia 1, 300 metri quadri che ospiteranno il neo presidente e i dipendenti.
L'ingresso nella rete dei parchi è visto in un'ottica di scambio di esperienze e di rapporti ravvicinati tra enti che condividono le stesse prospettive la tutela dell'ambiente e delle biodiversità l'attenzione alle aree rurali ed al sistema agroalimentare. Infatti il percorso di crescita del Parco non è ancora finito, come sappiamo non è sufficiente avere al proprio interno splendide oasi naturali, né garantire l'equilibrio ecologico dell'area Metropolitana di Milano., né proteggere le attività agro silvo colturali.
Il futuro chiede che il Parco si trasformi e, mantenendo il suo storico impegno ambientale, diventi un Parco Agroalimentare in grado di creare una filiera di aziende destinate alla produzione ed alla commercializzazione di quei prodotti destinati a soddisfare le richieste di Milano città. In pratica a Milano prodotti agricoli a km. 0 ..o quasi. Cosa sarà necessario fare per raggiungere questi risultati, ripartire dalle caratteristiche uniche di questo territorio 47 mila ettari e 61 comuni a confermare nei fatti la vocazione agricola del parco, in ognuno di questi comuni possiamo facilmente trovare cascinali abbandonati in attesa di essere recuperati e, con il giusto supporto da parte delle istituzioni con la disponibilità a inserirli nei nuovi piani di sviluppo, sollecitando giovani laureati e vecchi imprenditori trasformare i cascinali in aziende agroalimentari in grado di rifornire negozi e centri commerciali, in sintesi il Parco potrebbe soddisfare le richieste della città di Milano per frutta, verdura, riso, latte e formaggi.
Una produzione locale per un consumo locale. Questo passaggio ci sembra necessario, il territorio del Parco ha sino ad oggi avuto una progettualità ben al di sotto della sua potenzialità è arrivato il momento di mettere al centro del progetto la redditività dell' enorme capitale costituito dalla terra.
Tranquilli, nessuno ipotizza nuovi insediamenti abitativi o industriali, ma il recupero, la qualificazione e il potenziamento delle attività agricole ma recuperando anche le attività ricreative. Tornando a quanto detto prima, provate ad immaginare al posto di una cascina abbandonata un piccolo caseificio guidato da giovani che produce e vende qui sul territorio.
Ovviamente non sono novità quelle che portiamo alla vostra attenzione, basti pensare che nel Consiglio di gestione del Parco è entrato Mario Vigo, vecchio amico ed una delle persone che più si sono spese nella valorizzazione e nello sviluppo dell'agricoltura lombarda.
Per chi non lo sapesse a lui si deve la realizzazione del protocollo Combimais, di cosa si tratta? Di un sistema abbinato ad una procedura avanzata in grado di coniugare la produttività con la conservazione della fertilità del suolo. Partendo proprio da Robbiano di Mediglia (ricordate la cascina di via Grandi con tanto di mulino?) ecco qui nasce la coltivazione di un mais destinato a trasformare la cultura contadina in un modello imprenditoriale ma salvaguardando la qualità, la genuinità e la sostenibilità del territorio. In sintesi produrre di più e meglio consumando meno acqua e meno territorio, vi pare poco? Combimais è in grado di fornire risultati postivi anche in presenza di condizioni climatiche estreme, così è stato nel periodo della siccità e sappiamo come le annate critiche pesino su costi e ricavi di questo settore. Cosa si ricava da questo mais : una farina ricca che può essere utilizzata in una linea di prodotti anche da forno come i grissini o i cracker o i biscotti.
Mario Vigo è quindi un pioniere della nuova visione agricola non a caso è anche presidente di Innovagri associazione che promuove l'innovazione in campo agroalimentare.
Ma L'Impronta, nel suo piccolo, vorrebbe aggiungere qualche consiglio magari sempre destinato ai giovani, avete pensato alle colture specializzate, siccome l'importante è diversificare sappiamo che nel settore cosmetico e farmaceutico due prodotto come la lavanda e l'aloe sono molto richiesti. In Lombardia, a quanto pare, funziona anche la Lombricultura , conosciuta anche come vermi di compostaggio, questa attività consiste nell'allevare lombrichi per trasformare rifiuti organici in humus, un fertilizzante naturale di altissima qualità.
Dedicarsi a questa attività permette di riciclare scarti di cucina, potature e letame, ottenendo un compost ricco di nutrienti.
Le fattorie didattiche sono un altro settore in crescita, diffuso in tutta Italia.
Queste attività possono essere integrate con un agriturismo e rappresentano un'opportunità per diffondere la cultura agricola e diversificare il business. E non dimentichiamo le fattorie didattiche che attraggono scuole, famiglie e gruppi organizzati, offrendo attività come la raccolta di frutta, laboratori e giochi educativi. Inoltre, si possono organizzare campus estivi e invernali, aumentando la visibilità e le entrate dell' azienda agricola.
Quindi approfittiamo di questa nuova stagione del Parco e cerchiamo di essere protagonisti del cambiamento.




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