HOBBY & TEMPO LIBERO BURRACO che Passione
- improntaredazione
- 1 ott
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Una serata tra amici tra risate, chiacchiere e spensieratezza oppure un pomeriggio in due con la televisione in sottofondo e un tè caldo affianco. Queste sono due delle cornici più abituali in cui il passatempo per eccellenza è il burraco.
Il burraco è tra i giochi di carte più amati e praticati in Italia. Le sue origini ci portano nell' Uruguay degli anni Quaranta dove nacque come variante della canasta, pur distinguendosi con regole e strategie proprie. Arriva nel nostro Paese almeno quattro decenni dopo, negli anni Ottanta, e da subito conosce una diffusione incredibile: da passatempo di nicchia, diventa ben presto un fenomeno sociale che riunisce generazioni diverse, tra partite casalinghe e veri e propri tornei ufficiali.
Si tratta di un gioco facile da imparare e allo stesso tempo avvincente, fatto di regole base intuitive e alla portata di tutti, aprendosi tuttavia a tattiche ricercate che coinvolgono anche i giocatori più esperti miscelando l'abilità alla fortuna e rendendo ogni partita unica e imprevedibile. Col tempo è diventato un gioco intergenerazionale: dai nonni ai nipoti passando per i genitori, tutti possono sedersi allo stesso tavolo e giocare insieme. Ed è forse questo il punto di forza e la virtù principale di questo gioco di carte: riuscire a unire facilmente persone di età molto diverse.
Le regole sono poche e semplici.
Si utilizzano due mazzi di carte francesi da 54 carte (jolly inclusi). I giocatori – che possono andare da un minimo di due a un massimo di quattro – hanno in mano 11 carte ciascuno, una carta scoperta si mette sul tavolo per iniziare il “monte degli scarti”, altri due mazzi di 11 carte – i “pozzetti” – si tengono al lato, tutte le restanti carte vanno poste coperte al centro a formare il cosiddetto tallone.
All'inizio di ogni mano ciascun giocatore deve, a turno, pescare una carta o, in alternativa, prendere l'intero monte degli scarti; una volta fatto questo, è possibile fare la mossa desiderata, dopodiché ha l'obbligo di scartare una carta. Tutti i giocatori questo vale per tutti i giocatori.
Le mosse che i giocatori possono fare prevede calare dei gruppi di carte (almeno tre) che possono essere: una scala dello stesso seme (es. 4, 5, 6 di cuori) oppure una sequenza di carte dello stesso valore ma semi diversi (es. 3 di fiori, 3 di cuori, 3 di picche). Dalla seconda mano in poi, o da quando sono state calate delle carte, a ogni mano il giocatore può anche solo attaccare una sola carta alle sequenze già calate. Nelle situazioni più difficili corrono fin aiuto i jolly e le “pinelle”, ovvero i 2, che valgono da sostituti di qualsiasi carta.
Lo scopo della partita è fare burraco: una scala o combinazione di almeno 7 carte. Il burraco può essere pulito, senza jolly né pinelle, oppure sporco, con l'ausilio di pinelle; può diventare reale quando si ha sul tavolo una scala dal K all'asso, con il 2 nella posizione naturale e non come pinella.
Entrambe le squadre o i giocatori (in base al numero dei partecipanti) devono prendere il pozzetto una volta finite le carte d'inizio. Da questo momento, chi termina per primo le carte del pozzetto – lasciandone una per lo scarto finale – e ha realizzato almeno un burraco, chiude la partita.
A oggi esistono tornei ufficiali e associazioni, club privati e circoli ricreativi dedicati al burraco o dove è molto diffuso. Negli ultimi anni sono nate anche molte piattaforme online che hanno contribuito ancora di più alla sua diffusione. In Italia è riconosciuto addirittura come disciplina sportiva da tavolo.
Il burraco continua a conquistare tavoli e generazioni perché non è mai soltanto un gioco di carte. È una piccola cerimonia fatta di attese, strategie, sorrisi e colpi di scena, in cui la fortuna si mescola all'astuzia e ogni mano racconta una storia diversa.
È la scusa per riunirsi, per ridere di un errore o vantarsi di una chiusura perfetta, per sentirsi parte di un gruppo. Forse è per questo che, nonostante mode e tecnologie, il burraco resta sempre attuale: perché ci ricorda che la vera vittoria non è contare i punti, ma condividere il tempo.
di Alessia Iannotti




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