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Cosa è la Destra cosa è la Sinistra

Apriamo il dibattito a cui sono invitati tutti, cittadini, associazioni, formazioni politiche, imprenditori, chi beneficia del reddito di cittadinanza, militari, obiettori, studiosi, fancazzisti, lavoratori, per favore torniamo a pensare e parlare…..


Tra le numerose lettere che riceviamo quotidianamente ha attirato la nostra attenzione quella qui riprodotta , che scatena un dibattito ma ha anche il grande pregio di provocare tutti, di esigere risposte, di chiedere a destra come a sinistra di alzare la testa, di proclamare le proprie ragioni, di convincere, di parlare di politica cosa che, a quanto pare, non va più di moda. Insomma una provocazione culturale, potevamo sottrarci? No di certo.


Gentile Direttore,

seguo con interesse L'Impronta in particolare per gli articoli a carattere politico che, pur lasciando intuire una vostra collocazione nell'area della Destra, hanno il merito di colpire in ogni direzione non risparmiando critiche a tutte le parti politiche. Ma veniamo ai miei dubbi, nel nostro sistema parlamentare destra e sinistra corrispondono a maggioranza e opposizione con un dualismo che varia a seconda dei risultati delle elezioni.

Quindi se è semplice schierarsi a destra o sinistra non è così facile capire in che direzioni queste forze si muovono. Anni addietro erano categorie cariche di contenuti, ma ora cosa rimane? In questo grigiore che sembra ricoprire e appiattire tutto si può ancora dire che destra e sinistra si differenziano? E per cosa? La giustizia sociale è di destra o di sinistra? Storicamente appare di sinistra ma parlando con un soggetto della destra sociale ne rivendica il diritto di parlarne. L'autoritarismo è di destra o di sinistra? E l'intervento dello Stato nell'economia, nelle scelte di vita cosa è ? Insomma riuscireste voi, magari con le parole semplici che usate abitualmente, a dare una dimensione al problema? O devo pensare che spogliati delle ideologie destra e sinistra siano solo una collocazione geografica a Montecitorio?

Lettera firmata



Come vi avevamo anticipato la lettera apre scenari incredibili, perfino Giorgio Gaber nella sua infinita saggezza condita da umorismo e satira si era chiesto “Cosa è la destra cosa è la sinistra” ovviamente in musica. Non ci reputiamo in grado di dare risposte esaurienti, però non ci piace sottrarci al dialogo, per cui proponiamo ai nostri lettori due famosi intellettuali che, brevemente, ci daranno la loro idea di destra e sinistra, estrapoleremo le parole da loro testi per poi, senza voler insegnare nulla a nessuno proveremo a scrivere la nostra opinione.

L'insulto e la provocazione che lancia L'Impronta alle due ideologie sta proprio nel riassumerle in poche righe.

Da sinistra ci parlerà Gilles Deleuze, filosofo di difficile classificazione ma di sinistra, la famiglia partecipò alla resistenza francese durante la seconda guerra mondiale, lui ancora giovane frequentava gli studi per poi laurearsi alla Sorbona di cui diventerà assistente di Storia della Filosofia e poi professore a Lione. Morirà suicida minato nella salute. Da destra risponderà Adriano Romualdi, figlio di Pino ultimo segretario del PFR e poi Presidente del MSI. Adriano fu allievo di Del Noce e De Felice laureandosi alla Sapienza di Roma, grande studioso di Platone, Nietzsche, La Rochelle, Spengler, seguace di Evola. Morirà in un incidente stradale, era considerato una mente eletta ed il suo ruolo riconosciuto unanimemente.


SINISTRA.

Essere di sinistra vuol dire percepire il mondo a partire dall'orizzonte, dal limite da ciò che sta sullo sfondo. In pratica mettere al centro non più se stessi (come fa la destra, il liberalismo il capitalismo), ma gli emarginati, gli invisibili, gli ultimi. Se si comincia dal limite, si è di sinistra e in un certo modo si capisce che sono quelli i problemi da risolvere. Essere di sinistra è sapere che i problemi del terzo mondo sono più vicino a noi dei problemi del nostro quartiere. Oggi la sinistra sembra essersi trinceata dietro ad una presunta superiorità intellettuale ed ha smesso di parlare di diritti, essere di sinistra significa mettere al centro del discorso i più deboli, perché solo creando diritti per loro si generano diritti per l'intera collettività.


DESTRA.

Essere di destra significa vedere la natura decadente del mito materialista che prepara l'avvento di una civiltà basata sulla quantità, sull'egualitarismo, sull'uniformità di pensiero, spirito, sentimento. Per l'uomo di destra prima della cultura vengono i genuini valori dello spirito che trovano espressione nello stile di vita, nel modo di essere, nella tensione ideale che solo dopo si trasforma in arte, filosofia, letteratura. Essere di destra significa ritenere che i diritti naturali non sono nelle mani dello Stato ma appartengono all'individuo. Avere il senso della nazione. Premiare il merito perché non tutti siamo uguali se non davanti alla legge. Non sognare mondi perfetti e impossibili ma migliorare quello che c'è. Essere convinti che nessuna giustizia sociale vale l'attenuazione delle libertà personali.


IL NOSTRO COMMENTO.

Riteniamo che nel “mondo” della sinistra esistano le condizioni per una concezione unitaria della vita materialistica, democratica, umanitaria e progressista. Da questa concezione trae origine una massiccia produzione saggistica storica e letteraria che ha esercitato un crescente fascino su molti strati della nostra società, decenni di cultura o pseudo cultura tendente a sinistra hanno permeato categorie di persone, in particolare docenti medi ed universitari, magistrati e giornalisti. Per anni si è ritenuto che solo a sinistra vi fossero le basi per una coscienza culturale ispirati anche, se pur in campi diversi, da grandi nomi come Marx, Freud, Salvemini, Gramsci eccetera.

La destra, per troppo tempo, è stata identificata con la società che funziona, riducendo tutto ai treni che arrivano in orario, alla mancanza di scioperi, a strade più sicure, un po' poco no? Vocazione della destra è di essere anticonformista, contraria al fatto che il mondo è solo una macchina che per mezzo di progresso e civiltà crea una realtà dove finiamo per essere polli da allevamento. Quindi, a costo di sembrare un po' anacronistici, destra oggi è ancora e sempre Stato, Nazione, tradizione, valori spirituali perché conservatore è colui che salva le cose buone e rigetta quelle pericolose ed inutili. Ma nella politica attuale destra e sinistra appaiono più come contenitori che variano nel tempo e nello spazio, svolgono si una funzione di aggregazione di concetti ed idee politiche, hanno la funzione di semplificare il quadro politico per i cittadini con la domanda “sei di destra o di sinistra?” Come se tutto si risolvesse in un “sei con me o contro di me?” Ma il problema sorge nel momento in cui il cittadino si chiede: sei di destra o di sinistra, ma per fare cosa?

Perché destra e sinistra sono diventati concetti astratti e mutevoli, chi era di sinistra nel 1968 era distante anni luce da chi oggi si presenta come esponente e portabandiera della sinistra. La sinistra italiana ha perso identità, è stata costruita intorno ai lavoratori ed al mercato del lavoro, ha lottato per anni sul mito della lotta di classe basata sul conflitto tra capitale e lavoro.

Ora non ci crede più ma non riesce a dirlo, ora è costretta ad includere nel proprio raggio di azione altre categorie fondamentali per la crescita economica come ad esempio gli imprenditori, la questione oggi è se una proposta della sinistra può spingere verso la crescita economica, lo sviluppo tecnologico, il potenziamento e l'internazionalizzazione delle imprese se il prezzo da pagare ricade sul mondo dei lavoratori? Se la risposta è SI la sinistra dovrà iniziare a pensare a nuovi sistemi di redistribuzione della ricchezza. Se la risposta è NO rimarrà impantanata in dibattiti autoreferenziali, legata ad un passato bocciato dalla storia. La destra sembra navigare a vista, nel perenne dubbio se conviene stare all'opposizione e acquisire consensi o andare al governo e mettere in pratica le proprie idee.

Comunque sia oggi la destra parlamentare, a trazione Fratelli d'Italia, con la forza numerica ricavata dalla vittoria elettorale può fare quasi tutto, quindi dobbiamo capire se verranno messe in pratica opzioni realmente appartenenti alla destra come la flat tax in campo economico, il blocco navale, il presidenzialismo o se al contrario anche questo governo dovrà tenere in considerazioni gli equilibri europei e i suggerimenti americani, come ad esempio nella faccenda Ucraina , nella quale il Governo Meloni è convintamente su posizioni atlantiste mentre l'elettorato è molto più sfumato.

Anche il voto delle regionali di Lombardia e Lazio ha ampiamente premiato il centro destra con una percentuale di votanti incredibilmente bassa. Sui motivi si potrebbe scrivere un libro, ma sintetizzando si può attribuire le maggiori colpe proprio al sistema politico. Quindi la domanda potrebbe essere: per riavvicinare la popolazione al palazzo non si potrebbe pensare a provvedimenti che riducano stipendi, benefit, rimborsi, agevolazioni, pensioni, a parlamentari e consiglieri regionali? Ai nostri lettori commenti, proposte, suggerimenti, insulti……



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