Cambiare la propria abitazione è uno degli eventi della vita più impegnativi e stressanti, sia fisicamente che emotivamente, in quanto implica cambiamenti su più fronti, non solo degli spazi esterni, ma anche interni. La parola “tras-locare” deriva dai termini latini trans “al di là, oltre” e locus “luogo” e significa locarsi altrove, trasferirsi in un luogo diverso. Ciò comporta una provvisoria perdita dei punti di riferimento, legati alla disposizione della casa e degli oggetti, ma anche al paese o alla città che si lascia.
Inoltre, inscatolare gli oggetti di una vita, oltre che impegnativo, può risultare anche doloroso. Provare stress o ansia durante e dopo un trasloco è normale e comprensibile. Altre emozioni e stati d'animo piuttosto comuni in fase di trasloco sono: lo spaesamento, il senso di vuoto, la nostalgia, la tristezza, l'agitazione. Si tratta di reazioni che potremmo definire fisiologiche in questa fase, segno che è in atto un cambiamento e la nostra mente deve avere il tempo di adattarsi alle novità. Sono vissuti che denotano l'elaborazione di una perdita: la perdita del luogo in cui si è vissuto, ma con il quale ci si è anche identificati. La provvisorietà e transitorietà proprie di questa esperienza generano un senso di incertezza e possono riattivare esperienze pregresse, anche molto primitive, di instabilità e mancanza di riferimenti. È chiaro che anche gli equilibri di coppia e familiari possono risentirne.
In alcuni casi questo avvenimento, che offre nuove opportunità, può trasformarsi in un evento altamente stressante, finanche traumatico, e può determinare una sofferenza psicologica con evidenze cliniche, quali ansia e stati depressivi.
Affrontare un trasloco costituisce peraltro un compito evolutivo, che può avvenire in diverse tappe della vita, come ad esempio quando un giovane adulto lascia la casa dei propri genitori, e comporta pertanto un impegno a livello della propria riconfigurazione identitaria: dopo un iniziale momento di disorientamento, si potrà acquisire più consapevolezza delle proprie risorse e della propria crescita.
Sono moltepilici le variabili che possono intervenire, rendendo più o meno forte l'impatto psicologico del trasloco. Un fattore importante è la motivazione. Nel caso che il soggetto si trasferisca per motivazioni estrinseche, quali ad esempio necessità di lavoro, problemi familiari, problemi socio-economici, il trasloco non verrà vissuto come scelta autonoma, ma come condizionata e vincolata. Diverso sarà il vissuto emotivo nel caso ci si sposti per motivazioni intrinseche, ossia mossi da scelte personali, consapevoli, autonome e condivise con la famiglia.
Dr.ssa Stefania Arcaini
Rubrica dedicata a tematiche psicologiche, a cura della dottoressa Stefania Arcaini, psicologa e psicoterapeuta specializzata nella psicoterapia di adolescenti e adulti. Per suggerire temi da affrontare scrivetemi: arcainistefania@gmail.com
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