Mentre la Sindaca Molinari perde i pezzi della maggioranza che l'aveva sostenuta e leggiamo sui giornali e sui social penosi polemiche piene di livore, risentimento ed accuse per lo più incomprensibili alla maggior parte dei cittadini, abbiamo avuto modo di ricevere il rapporto alla città dell'attuale amministrazione comunale con l'elenco delle cose fatte dal titolo “A che punto siamo?” Ho letto con attenzione e più volte l'elenco delle cose fatte e a parte la stucchevole paginetta che misura in percentuale l'assolvimento degli impegni programmatici con i risultati ottenuti (sarebbe un segno di umiltà farlo decidere agli elettori di Peschiera B. al posto di darsi un' autovalutazione difficilmente verificabile?) ho apprezzato lo sforzo di evidenziare il più possibile ogni singolo intervento.
Leggiamo di scuole e parchi in sicurezza, di aumento della raccolta differenziata, di aumento del numero delle telecamere attive per il controllo delle strade, di illuminazione pubblica smart e sostenibile e leggiamo ben 37 interventi di opere per il territorio: dalla realizzazione del parco giochi a Canzo, alla realizzazione degli ossari nei tre cimiteri cittadini e della ristrutturazione della biblioteca comunale.
L'elenco è chiaro e molte cose sono decisamente apprezzabili, come potrebbero non esserle, ma ciò che emerge chiaramente, sfogliando le 30 paginette in formato stampa 20x20, è l'assoluto immobilismo sulle questioni fondamentali che riguardano il motore della crescita e del governo di un territorio importante come quello di Peschiera Borromeo.
Nel bilancio di questi 4 anni di governo non vi è traccia di interventi di riqualificazione urbana, di progetti riguardanti lo sviluppo economico e produttivo e di progettazione del territorio finalizzato al medio lungo periodo.
E per fare determinate scelte strategiche non è necessario aspettare l'approvazione di un Piano di Governo del Territorio (Pgt) pensando che esso sia lo strumento che possa dare risposte a tutti i problemi.
Questo è il punto. Questa Amministrazione non è partita dai problemi e dai bisogni reali della città e dei suoi cittadini e non ha saputo leggere in corso d'opera ciò che stava accadendo sul proprio territorio.
La crisi economica, le problematiche infrastrutturali, le dinamiche di area vasta dell'area metropolitana in cui Peschiera B. (sede della pista dell'aeroporto di Linate, di gran parte dell'Idroscalo e sede nevralgica delle principali arterie del traffico lombardo) avrebbero dovuto spingere chi governa la città ad avviare i “cantieri della politica” per potere affrontare, attraverso la più ampia e articolata partecipazione delle forze economiche, sociali e istituzionali, ipotesi di intervento strutturali.
Invece si è deciso di tenere tutto fermo. Perché? La risposta l'ha data, in modo esplicito ed inequivocabile, il capogruppo della lista Peschiera Riparte in una intervista a InFolio, in data 22 settembre. Giancarlo Capriglia, in polemica con i consiglieri della lista Peschiera Bene Comune usciti dalla maggioranza ad un certo punto dice: ”Mi viene da pensare che i consiglieri uscenti stiano rinnegando gli obbiettivi comuni che ci eravamo proposti. Penso ad esempio al Pgt. Abbiamo costruito insieme un Pgt coraggioso che va ad azzerare tutti i diritti edificatori in vigore con il preciso obbiettivo di proteggere la nostra città. Se non condividono il nostro obbiettivo di consumo di suolo zero è bene che la collaborazione termini qui”.
Eccolo il punto, il consumo zero di suolo. A parte il fatto che non ce li vedo come provetti palazzinari l'ex assessore D'Andrea e i consiglieri di Peschiera Bene Comune, credo che questa falsa e subdola pseudo cultura del consumo di suolo zero sia la più artefatta e fuorviante formula ideologica che sia mai stata veicolata nel corso degli ultimi anni in politica.
Non consumare territorio non significa non potere fare scelte urbanistiche di riqualificazione urbana, che riportino anche pezzi di territorio da edificato a verde o da produttivo a residenziale o da agricolo a verde attrezzato con servizi o dalle monoculture agricole ad una agricoltura biologica. Se fosse stato questo il motivo della crisi di maggioranza (e sappiamo che i motivi sono ben altri e più profondi) allora non possiamo che applaudire a chi ha deciso di staccare la spina a questa maggioranza perché questa pseudo “protezione della nostra città” è in realtà un veleno mortale alla costruzione di qualsiasi progetto futuro e va combattuta con tutte le forze così come vanno combattuti tutti i disegni di speculazione edilizia e cementificatoria che hanno caratterizzato gli anni '70 e '80 (non solo a Peschiera Borromeo!).
Lo so per esperienza, amministrare non è cosa facile, soprattutto quando devi muoverti in mezzo a mille leggi e leggine, a burocrazie di ogni tipo e a difficoltà organizzative che impegnano quotidianamente l'attività di sindaco e assessori, ma la politica è un ambito che non ti dà scampo, è una scelta che non ammette alibi e richiede competenza, professionalità e visione del futuro. Chi decide di intraprendere la politica deve sapere non solo a cosa va incontro personalmente, ma a cosa rischia per conto di una comunità di persone che chiedono serietà, responsabilità e coraggio.
Marco Malinverno
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