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TUTELARE il benessere dei minori nella pandemia da COVID 19

La pandemia da Covid 19 ha comportato uno stravolgimento delle nostre abitudini di vita e il perdurare dell'emergenza sanitaria, in quella che viene definita “la seconda ondata”, implica tutt'ora di convivere con la paura, l'incertezza e il timore del contagio. Anche bambini e adolescenti, come gli adulti, sono sottoposti a forte stress. In questa situazione, in cui è certamente di primaria importanza tutelare la salute fisica delle persone, è altrettanto doveroso porre attenzione alla salute mentale.

I bambini, che risultano essere meno colpiti dal virus dal punto di vista fisico, non lo sono per quanto riguarda il loro benessere psicologico ed emotivo.

La chiusura delle scuole durante il primo lockdown e la riduzione della vita sociale hanno richiesto sia ad adulti che a bambini, un grande sforzo di adattamento, che non è stato sempre facile, con ricadute significative sul piano emotivo. Proprio il riconoscimento dell' importanza fondamentale del contatto umano, della condivisione di emozioni e di esperienze nella crescita dei bambini hanno indotto le commissioni tecnico scientifiche, in questa seconda fase, ad evitare la chiusura delle scuole per l'infanzia e delle scuole primarie. L'Istituto Gaslini di Genova ha condotto un'indagine dopo il primo lock down, a cui hanno aderito 6800 persone da tutta Italia, di cui 3251 con figli minori, da cui risulta che nel 65% di bambini di età minore di 6 anni e nel 71% di quelli di età maggiore di 6 anni (fino a 18) sono insorte problematiche comportamentali e sintomi di regressione. Quali sono i segnali di disagio a cui porre attenzione? Le manifestazioni più comuni di stress nei bambini piccoli sono: l'aumento delle richieste di vicinanza fisica e attenzioni da parte dei genitori; crisi di rabbia e irritabilità, che può essere diretta alle persone più vicine a loro; regressioni, ossia la ricomparsa di comportamenti superati in precedenza, come succhiare il pollice o bagnare il letto. Nei bambini più grandi e nei ragazzi si riscontrano disturbi del sonno (fatica ad addormentarsi, risvegli e incubi frequenti oppure ipersonnia, cioè dormire molto più del solito), sintomi fisici (ad es. mal di testa, mal di stomaco), riduzione dell' appetito, difficoltà cognitive (dimenticanze, distrazione), disturbi d'ansia.

Cruciale è il ruolo dei genitori nel trasmettere ai figli un senso di sicurezza e protezione. Questo richiede un impegno a vari livelli: ripristinare e mantenere una routine giornaliera con orari regolari; fornire informazioni e spiegazioni della situazione usando un linguaggio adeguato all'età; aiutare i figli a riconoscere ed esprimere le proprie emozioni a parole o, per i più piccoli, con altre forme espressive, come ad esempio il disegno; non negare i propri sentimenti, ammettere le proprie ansie e paure può favorire l'instaurarsi di un clima familiare nel quale il bambino si sentirà accolto e ascoltato. Durante un periodo di grande incertezza come quello attuale, aggravato dalla crisi economica, non è semplice affrontare lo stress in famiglia: talvolta anche i genitori possono sentirsi sopraffatti e non riuscire a far fronte ai segnali di disagio dei figli. In questi casi e quando le manifestazioni di disagio tendono a perdurare è consigliabile rivolgersi ad uno psicoterapeuta specializzato nella cura di bambini e adolescenti per un aiuto, in modo che la difficoltà momentanea possa essere superata, evitando che il problema si cronicizzi e diventi un disturbo.


Dr.ssa Stefania Arcaini

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