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PILLOLE D'ARTE: Joaquín Sorolla a Palazzo Reale




La mostra di Sorolla a Palazzo Reale è una vera chicca, apprezzabile dagli appassionati ma anche da chi non è particolarmente vicino al mondo dell'arte, ma vuole semplicemente ammirare il bello.


Ebbene sì, Sorolla è stato un artista per niente tormentato, grande sperimentatore, che ha dedicato la sua vita alla famiglia e alla pittura studiando in maniera particolare la luce, è questa la sua caratteristica principale. Maestro della luce e dell'acqua possiamo dire, ma non solo... Iniziamo con il raccontare da dove è partito: Sorolla nacque in Spagna a Valencia nel 1863 e a soli due anni rimase orfano di entrambi i genitori e venne adottato insieme alla sorella da una zia materna. Fin da piccolo manifestò una chiara attitudine alle arti figurative ed è per questo che scelse di frequentare una scuola di disegno mentre lavorava nello studio dello zio.

Sorolla dipingeva molto, i lavori da lui creati nel corso della sua vita sono più di 2200, e partecipò a diverse esposizioni, ma cruciale fu il riconoscimento ottenuto all'esposizione nazionale del 1884 dove fu premiato per il quadro Defensa del Parque de Artillería de Monteleón che, a dire la verità, accontenterà più la giuria che il pittore stesso, che si proietterà successivamente su temi differenti.

Erano gli anni della guerra civile spagnola e dopo aver dipinto un altro quadro sull'argomento ottenne un sussidio per andare a studiare a Roma, dove venne a contatto con l'arte classica e rinascimentale arricchendo la sua formazione. Poco dopo si recò a Parigi dove osservò e attinse all'arte impressionista.

Nel 1888 si sposò e con la moglie Clotilde, che aveva conosciuto durante gli studi all'Accademia di San Carlo, si trasferì ad Assisi. Il rapporto con la moglie fu sereno e complice, come anticipato il pittore era molto legato alla famiglia, e insieme ebbero tre figli che furono i soggetti di diversi quadri a loro dedicati. Del periodo umbro ricordiamo alcune opere che sono conservate presso il museo Sorolla di Madrid.

Tornato in Spagna si trasferì a Madrid dove finalmente si affermò come l'impressionista spagnolo dagli ideali liberali e progressisti ma, più di ogni altra cosa e con il senno di poi, si può ora classificare come un ineguagliabile studioso della luce. In molti dei suoi quadri si apprezzano inequivocabilmente la resa delle atmosfere forti e vitali del Mediterraneo completate dai contrasti tra colori complementari e l'uso del bianco abbacinante nella sua espressione massima.

Spesso dipinse en plein air con le pennellate sicure di chi ha la perfetta padronanza della figura umana e grande dimestichezza nella resa del paesaggio. Bellissime sono le innumerevoli tele, spesso di grandi proporzioni, nelle quali rappresenta famiglie, bambini che sulle rive del mare giocano o si immergono, colpiti dalla luce scottante o sferzati dalla brezza marina.

La sua è stata anche una pittura di denuncia sociale con opere quali E poi dicono che il pesce è caro!, con cui vinse l'esposizione nazionale di Spagna nel 1895, e nella quale rappresenta la morte di un pescatore narrata nel romanzo del suo amico scrittore Vicente Blasco Ibañez, piuttosto che Triste eredità, tela di grandi dimensioni, nella quale rappresenta il bagno terapeutico di un gruppo di bambini poliomielitici aiutati da un sacerdote.

Di quel quadro Sorolla racconta che, mentre era sulla spiaggia intento a fare un bozzetto di alcuni pescatori, scorse questa scena e chiese il permesso di poterla dipingere.

La visione dell'artista quindi, così sensibile nel recepire e rendere la bellezza del creato, è stata nel tempo utilizzata anche per dare voce agli umili ed è anche per questo che saranno diversi i riconoscimenti a lui conferiti, non ultimo la consacrazione a cittadino illustre a Valencia e una strada a lui dedicata.

Viaggiò molto sia in Europa che in America, dove si trasferì per un certo periodo con la famiglia.

Indimenticabili i quattordici giganteschi murales che dipinse per le sale della Società Spagnola in America di New York, dove illustrò scene e personaggi tipici delle diverse zone di Spagna e Portogallo (ve ne sono esempi alla mostra di Palazzo Reale), un autentico monumento e tributo alla sua terra. Fu anche un bravissimo ritrattista.

Spossato dalla impresa impegnativa del creare queste tele di grandi proporzioni, si dice che si ammalò e a seguito di un ictus dovette rinunciare alla pittura e tristemente all'età di sessant'anni morì.

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