Ma l'Intelligenza Artificiale può insegnarci ad Amare?
- improntaredazione
- 4 giorni fa
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Nel 1950 un certo Alan Turing si domandava “ma i computer possono pensare?” Da quella innocente domanda col passare degli anni è successo di tutto, un computer attraverso un ramo dell' informatica chiamato intelligenza artificiale è in grado di classificare, analizzare, ragionare, creare, migliorare imparando come succede agli umani. In sintesi potremmo dire che, essendo un computer, quanto maggiori sono i dati da analizzare maggiore è la capacità della IE di operare, siccome in teoria l'accesso ai dati potrebbe essere illimitato anche la crescita della IE potrebbe non avere confini.
Quindi è in grado di fare tutto quello che potrebbe fare un essere umano con, anche, la capacità di auto migliorare, ma la domanda è: in quali ambiti di applicazione già oggi viene impiegata? Molti dai più banali come nei social media, ma anche nella guida autonoma nei sistemi di trasporto, nella profilazione degli utenti che utilizzano servizi, la realizzazione di traduzioni on line e la realizzazione di articoli, tesi di laurea, perfino libri.
Ma può essere utilizzata anche in settori impensabili come l'agricoltura ad esempio nell' individuazione delle erbacce o nella sanità dove può aiutare i medici migliorando l'analisi dei dati clinici e consentendo quindi di prendere decisioni più corrette.
Insomma sembra che non ci siano limiti ma proprio per questo ci poniamo la domanda: l'intelligenza artificiale potrà sviluppare una coscienza propria e autonoma tale da poter essere utilizzata in contrasto con i valori umani?
Già nel 900 lo scientismo aveva imposto il predominio della scienza su ogni altro sapere, fede, cultura, tradizione, rapporto con la natura. Da qui il predominio del materialismo sia inteso come sviluppo della società dei consumi sfrenati sia nell'eccezione politica del materialismo inteso come egemonia marxista. In ogni caso il materialismo divenne parte della vita comune di tutti noi, soprattutto nella società occidentale coniugandolo con consumismo, libertà sfrenata, rigetto degli ideali, delle responsabilità, del bene comune per andare verso la permissività totale, il disimpegno sociale la liberazione sessuale. Perché dico questo?
Perché con un eccesso di IA si cerca di sostituire l'umano con quello che umano non è. Sostituire il mondo reale con quello parallelo (avete presenti i bambini che preferiscono giocare col PC piuttosto che a calcio in strada?) , un mondo virtuale dove tutto è più facile, dove non si subisce la sconfitta e la delusione, un mondo nel quale la scienza è potenza e onnipotenza e noi, singoli soggetti, altro non siamo che piccole macchine in cerca di soddisfazioni virtuali.
Possiamo quindi dire che è in corso un processo che rende l'uomo obsoleto atrofizza le facoltà mentali collegate al sapere umanistico, al senso della realtà e della natura: e ci neutralizza fino a non opporre alcune resistenza al processo in corso (Marcello Veneziani). Eppure già nel lontano passato eravamo stati avvisati, Tommaso Hobbes disse che “il sapere è potere” ma disse anche che “è un potere piccolo perché il sapere che conta è raro”, La scienza intesa come coscienza presenta dei limiti e Socrate infatti sosteneva “so di non sapere”. Insomma c'è un limite etico che non si può superare, oltre la IE, oltre il sapere tecnologico, oltre la vita virtuale esiste il mistero, l'imprevedibilità dell'uomo, e non dimentichiamolo mai la capacità di amare, che per sua natura va irreversibilmente oltre qualunque macchina pur intelligente che sia. Non a caso un gruppo di duecento scienziati di tutto il mondo, premi Nobel, esponenti della cultura, membri qualificati di governi hanno chiesto di frenare la corsa scellerata verso l'IA. Quale può essere quindi la conclusione di questo articolo? Un Secco NO alla IA?
No perché è una accelerazione che non si ferma, ma non deve superare la capacità umana di comprendere e metabolizzare il processo innovativo.
Certamente porta molti vantaggi ma anche problemi, magari sulle cose fuori dalla nostra portata di conoscenza e giudizio ma sicuramente molto importanti, basti pensare che gli Stati democratici e pluralisti hanno procedure complesse e lente rispetto agli Stati autoritari che hanno poteri decisionali più rapidi e l'utilizzo di nuove tecnologie li potrebbe rendere meno frenati e questo potrebbe rendere ancora più preoccupante la crescita nell' utilizzo della IA.
Quindi come per ogni altra cosa anche questa vicenda si affronta partendo dal piano dei principi.
La scienza non è solo applicazione di tecnica, utilizzo di dati, l'uomo non può vivere in un universo tecno-pratico, la scienza è conoscenza, ricerca, paragone, si deve inserire nel mondo e nella vita, può partecipare alle gioie ed ai dolori, mai schivarli o eliminarli, deve distinguere ciò che giova e ciò che nuoce all' umanità, la scienza e il progresso devono espandere le capacità dell' umano, mai sostituirlo.
Per finire ricordiamo un film dell'inizio di questo secolo, Steven Spielberg realizzò una pellicola intitolata Intelligenza Artificiale, la storia di un bambino robot che, dopo avere vissuto in una famiglia umana, vuole diventare un bambino vero, abbracciare la mamma adottiva, provare emozioni e sensazioni in contrasto con la sua natura tecnologica, e come nelle favole più nobili, cerca una fata che possa esaudire il suo sogno, il film è un viaggio affascinante tra naturale e artificiale, tra umanità e macchina, noi ci auguriamo che sia sempre l'uomo a prevalere con i suoi difetti e con i suoi pregi, co i suoi sentimenti.
Massimo Turci
