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LA DIFFAMAZIONE VIA WHATSAPP

  • improntaredazione
  • 2 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Inviare messaggi offensivi via WhatsApp può costituire diffamazione, ma l' aggravante della pubblicità non si applica automaticamente. La diffamazione si verifica quando il messaggio lesivo della reputazione viene comunicato a più persone, non necessariamente in una chat di gruppo, ma anche tramite status o altri mezzi digitali.

La Cassazione ha stabilito che l'uso di WhatsApp, anche in gruppi numerosi, non implica automaticamente la pubblicità del messaggio, a meno che non vi siano elementi che dimostrino una diffusione più ampia del messaggio.

La diffamazione consiste nell' offendere la reputazione di un'altra persona, comunicando a più persone una notizia lesiva della sua reputazione.

L'invio di un messaggio offensivo via WhatsApp, in particolare se in una chat di gruppo, può quindi integrare il reato di diffamazione.

L'aggravante della pubblicità si applica quando l'offesa è comunicata a un ampio numero di persone, in modo da raggiungere un numero indeterminato di soggetti.

La Cassazione ha chiarito che l'uso di una chat di gruppo, anche se con numerosi partecipanti, non comporta automaticamente l'applicazione dell' aggravante della pubblicità.

La diffamazione può avvenire anche attraverso altri mezzi, come la pubblicazione di uno stato offensivo su WhatsApp, se i contenuti sono visibili ai contatti in rubrica.

L'ingiuria è un'offesa alla reputazione di una persona in sua presenza. La diffamazione, invece, si verifica quando l'offesa è comunicata a più persone in assenza della persona offesa.

L'ingiuria è stata depenalizzata, il che significa che non è più un reato punibile con la pena detentiva, ma può essere perseguita solo civilmente.

Per avviare un procedimento legale per diffamazione, è necessario presentare prove del messaggio offensivo e della sua diffusione.

Ad esempio: un messaggio in una chat di gruppo che contenga accuse false o infondate nei confronti di una persona, che poi vengono divulgate ad altri partecipanti, può costituire diffamazione.

Una persona che insulta un' altra in sua presenza, direttamente o tramite un messaggero (es. WhatsApp), commette invece ingiuria.

Se il messaggio offensivo su WhatsApp viene inoltrato a un numero ampio di persone, o se venisse pubblicato su uno stato visibile a molti contatti, si potrebbe configurare la diffamazione aggravata.

In caso di diffamazione tramite WhatsApp, è fondamentale raccogliere prove, come screenshot del messaggio offensivo, delle persone che l'hanno ricevuto e la data dell'invio.

Se si ritiene di essere stati diffamati, è consigliabile consultare un avvocato per valutare la situazione e le possibili azioni legali.

Per avviare un procedimento penale per diffamazione, è necessario presentare una querela entro tre mesi dall'evento diffamatorio.

In alternativa alla querela, si può esercitare un'azione civile per ottenere un risarcimento per il danno subito                                                         

Dario De Pascale

 

a cura di Avv. Dario De Pascale



            

 
 
 

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