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“PORTIAMO LA RADIO IN TEATRO E VI RACCONTIAMO UNA STORIA DI RISCATTO”

Giovani di Peschiera Borromeo si trasformano in attori per un cortometraggio ispirato alla vita del produttore cinematografico Gaetano Di Vaio.

Iniziativa nata dal Progetto WorkOut, servizio delle Politiche Giovanili di Peschiera Borromeo, Belle Storie – Traiettorie Variabili è un cortometraggio che parte proprio da un’intervista andata in onda su RadioActive 20068 la scorsa primavera nel programma Belle Storie e presentato il 14 luglio sotto il porticato del Teatro De Sica.

STORIE DI TRAIETTORIE

La scorsa primavera due educatori del Progetto WorkOut decidono di farsi raccontare, nel loro programma, una storia molto particolare. Una storia fatta di difficoltà, di inciampi. Ma anche di grande tenacia. È la vita di un giovane Gaetano alle prese con istituti di igiene mentale, criminalità e carcere, che da adulto, grazie anche a un incontro in cella con una persona molto speciale, decide di prendere in mano la propria vita in un modo completamente diverso da come fatto fino a quel momento.  

LA RADIO CHE SI TRASFORMA IN TEATROQuesti educatori si accorgono che Gaetano ha portato una storia incredibile, quella di una persona che ha attraversato traiettorie variabili, a volte impreviste e dolorose, a volte inseguite con estrema tenacia.

Una storia troppo importante per rimanere ferma a un’intervista (che potete vedere cliccando qui https://www.youtube.com/watch?v=7H_bZGjPVQo&t=3s). E così hanno pensato di coinvolgere alcuni ragazzi che ruotano attorno al Progetto WorkOut per portarla in scena, in un cortometraggio girato interamente dentro il Teatro De Sica

Ha preso così vita un lavoro di squadra che ha visto i ragazzi protagonisti fin dall’inizio, a partire da intere serate di brainstorming online sino ad arrivare in teatro a sperimentarsi in un vero e proprio laboratorio guidato da Chiara Valli, direttore artistico del Teatro,  responsabile dell’associazione Oltheatre e regista del cortometraggio.

C’è poi una cosa particolare di questo cast: tutti gli attori sono voci di RadioActive 20068. Questo cortometraggio è riuscito a unire giovani speaker, creando ancora di più il senso di appartenenza a questa ambiziosa radio. 

TUTTO ESAURITO

Settimane di intenso lavoro hanno portato, nonostante gli ingressi contingentati e l’obbligo di prenotazione online, il tutto esaurito. Un evento fortemente voluto dai ragazzi, che hanno voluto condividere il loro lavoro con la cittadinanza non solo per mostrare un lavoro di qualità, ma anche per dimostrare che a Peschiera esistono opportunità per i giovani. Ce lo spiega bene Camilla Ferrario, che nella clip interpreta Il Poeta, che entusiasta ci dice: 

“Questa è la prova che si può fare. Che anche a Peschiera, in provincia di Milano, si possono fare delle cose bellissime, e veramente bene, se le fai con le realtà giuste”.

E Stefano D’Ippolito, che nel cortometraggio interpreta Egobomber, continua:

“Il senso di questo evento è anche far conoscere le cose che offre questo territorio. Cioè dire: ragazzi, se ci si mette, ci sono molteplici possibilità a Peschiera Borromeo. Ci sono dei ragazzi che sanno fare, se si dà loro la possibilità di farlo si possono fare davvero tante cose”.

Ad accompagnare l’evento, iniziato nel tardo pomeriggio, una esibizione di live painting. Immancabile poi il contributo di RadioActive 20068 che ha animato il tutto con musica e interviste agli attori, fino ad arrivare al momento più importante, la proiezione di Belle Storie – Traiettorie Variabili. 

Sorpresa, dopo la visione è comparso sullo schermo il saluto di Gaetano Di Vaio che, nonostante fosse quella sera tra gli invitati del festival di Cannes, ci ha tenuto ad omaggiare il numeroso pubblico di Peschiera con un video messaggio di ringraziamento.

 

Gli operatori del Progetto Workout - Allenarsi per il futuro

INTERVISTA ALLA DJ SILVIA DEL PRETE DEL PROGRAMMA CINEFILI SENZA GLORIA

 

Quali tematiche affrontate nel Vostro programma?

S.: “Cinefili senza gloria” è un programma della radio RadioActive20068 (www.radioactive20068.it) in cui principalmente io e Simone parliamo di cinema, come si può intuire dal titolo.

Parlare di cinema però non significa solamente parlare del film che hai visto al cinema con gli amici il sabato sera e del fatto che possa esserti piaciuto oppure no, ma significa anche fare (o provare a fare) delle analisi più complesse, che magari vanno a toccare la psicologia di un film, il messaggio che questo vuole mandare, le tecniche usate – di questo in particolare se ne occupa Simone che lo studia più nel senso tecnico del termine. Io personalmente studio all’Università IULM di Milano alla facoltà di Arti spettacolo e eventi culturali, e studiando arte, ma anche ovviamente cinema, mi capita di soffermarmi più sulla teoria della storia del cinema, più che sugli aspetti tecnici di ripresa, montaggio, produzione ecc. di un film.

Le tematiche che affrontiamo all’interno del programma sono le più diverse: dai film, al cinema, ai registi, al rapporto tra cinema e libri o tra cinema e film e altre ancora. Se volete ascoltare i nostri podcast disponibili al link https://www.radioactive20068.it/podcast/cinefili-senza-gloria/ potete trovare tutti i nostri podcast in cui le puntate che ho nominato sono solo alcune di quelle che abbiamo registrato fino ad oggi.

 

Perché avete scelto queste tematiche?

S.: Per il perché affrontiamo queste tematiche non credo che una sola risposta possa essere esaustiva. Nel senso che, ovviamente, alla base di tutto questo c’è una passione per il cinema da parte di entrambi, e quindi il motivo più banale, semplice nella sua sincerità, è che ci piace.

È anche vero però che un progetto meraviglioso com’è quello di RadioActive20068 permette di promulgare cultura e a volte anche idee e pensieri. Per quanto ovviamente il nostro programma, che tratta di cinema, sia apolitico, è ovvio che nelle nostre chiacchierate capita di toccare temi più delicati, come può essere appunto la tematica LGBTQIA+. Ecco allora che lì è difficile mostrare neutralità. Mi piacerebbe poter dire che questioni sociali (come possono essere la violenza sulle donne, l’omofobia, il razzismo, i cambiamenti climatici, il sessismo) siano apolitiche, perché sono fortemente convinta che dovrebbero essere questioni alla base dei diritti umani, indipendentemente dalla fazione politica. Ma come purtroppo sappiamo, non è sempre così. Anzi quasi mai. Quindi, sempre con una risata e senza mai prenderci troppo sul serio, credo  che sia io che Simone siamo d’accordo sul dire che con le nostre puntate abbiano anche un intento propositivo. Nel nostro piccolo speriamo di aiutare questo mondo pieno di contraddizioni, perché se c’è anche solo un ascoltatore che magari viene a scoprire temi o termini di cui non era a conoscenza tramite il nostro programma, o semplicemente rimette in discussione qualche sua idea, diciamo così, ottusa, allora noi avremo avuto un enorme successo nel nostro piccolo.

 

Come è strutturato il programma?

S.: Il programma va in onda ogni martedì alle 10:30 e in replica alle 22:00, ma dalle 11:30 comunque si carica il podcast che rimane potenzialmente per sempre lì pronto all’ascolto.

Ad essere sinceri, e forse è una nostra piccola mancanza, non abbiamo una vera e propria struttura, nel senso che ogni settimana io e Simone ci sentiamo e discutiamo del prossimo argomento che ci piacerebbe affrontare. E ne abbiamo di idee! Abbiamo creato un gruppo su WhatsApp con solamente noi due, perché altrimenti nella chat personale le idee andrebbero perse nello scorrere dei messaggi.

 

Come questa emergenza ha avuto impatto sul progetto?

S.: L’emergenza covid ha decisamente avuto impatto sul progetto! Ma posso dire con orgoglio che non ci siamo fatti fermare da questo, e anzi ci siamo organizzati fin da subito per poter continuare il programma registrando da casa, tramite Skype. La qualità audio ovviamente è peggiore rispetto al suono pulito dei microfoni dello studio, ma d’altronde bisogna adattarsi! Per ben circa 7 puntate abbiamo registrato dalle nostre camerette.

Per quanto riguarda il rapporto con il cinema, beh, quella è tutta un’altra storia. Ovviamente vedere un film sui grandi schermi non è la stessa cosa del vederlo in televisione o al pc. Però anche in questo caso c’era (e c’è) poca alternativa. È interessante però come molte produzioni di film che dovevano uscire al cinema siano state distribuite poi da piattaforme come Netflix o Amazon Prime o Disney+ ecc., e in questo caso, se vogliamo, c’è stata una maggiore democratizzazione dell’oggetto culturale che è il film, sempre tenendo conto del fatto che comunque questi sono servizi a pagamento.

 

Come preparate una puntata tipo?

S.: Se ci avessi posto questa domanda all’inizio dell’esperienza, saremmo stati qui a parlarne all’infinito! Nelle prime puntate, forse si può sentire anche dalle nostre voci, eravamo tanto inesperti e insicuri.

Non ci siamo mai scritti un testo da cui leggere, però le prime puntate erano sicuramente strutturate in modo più rigoroso: per esempio, sapevamo esattamente le informazioni da dire di un certo regista, o attore, programmavamo prima ancora di entrare in studio le canzoni da mettere, le nozioni (quali date, premi vinti, curiosità ecc.) da dire. Inoltre spendevamo ore nel montaggio e nella post produzione della puntata, cancellando silenzi, errori, mancanze …

Ora invece ci sentiamo molto più sicuri, andiamo avendo visto giusto i film di cui vogliamo parlare, poi mentre registriamo teniamo accesi i computer dello studio per controllare le informazioni che potrebbero sfuggirci, e le canzoni le decidiamo al momento. Le canzoni sono quasi sempre comunque prese dalle colonne sonore dei film di cui discutiamo, e a proposito di questo, trovate su Spotify quella che abbiamo chiamato la “Colonna sonora di Cinefili senza gloria”, ossia una playlist di tutte le canzoni che abbiamo messo nelle nostre puntate, in ordine appunto degli episodi (la playlist si chiama Cinefili senza gloria – RadioActive20068).

E, se capita di fare errori, ci ridiamo su e diamo la colpa alla stanchezza o ai rumori dei camion che passano per le strade di Bettola!

 

A quando risale l’esordio e come è nato il titolo del programma?

S.: L’esordio risale a settembre 2020, ma se ne parlava già da qualche mese. Mio padre faceva parte della radio fin dalla nascita a febbraio 2020 (ndr dj Fabio dei Supermegahitz e della Classica), appunto, di RadioActive20068, e un giorno semplicemente mi ha proposto l’idea di realizzare un mio programma.

Ovviamente era tutto nuovo per me, e probabilmente se non avessi avuto Simone avrei rinunciato, perché l’idea di andare da sola non mi allettava per niente. Però, per fortuna, Simone ha risposto positivamente alla mia chiamata, e nel giro di poco più di un mese abbiamo annunciato il programma e il titolo.

Da cosa nasce il titolo? Molto semplice, e ne abbiamo parlato anche in varie puntate: “Cinefili senza gloria” è una citazione al film di Quentin Tarantino “Inglourious Basterds” che in italiano si traduce “Bastardi senza gloria”. Tarantino è un regista di cui andiamo pazzi sia io che Simone e quindi, ovviamente, gli abbiamo dedicato non solo il titolo del programma ma anche la nostra primissima puntata.

 

Come è nata la vostra collaborazione così simbiotica?

S.: Intanto grazie! Sono felicissima di sentire questo complimento, anche perché non sei la prima a farcelo e fra tutto credo sia la cosa più bella. Più di sentirsi dire complimenti sul programma di per sé, o su una particolare puntata, mi fa sempre un sacco piacere quando ci fanno i complimenti per la sintonia che abbiamo davanti ai microfoni!

E in effetti alla fine le nostre puntate sono chiacchierate fra due amici cinefili, perché è appunto di amicizia che parliamo. Conosco Simone dai tempi del liceo, andavamo alla stessa scuola, il glorioso Liceo Artistico di Brera (lui indirizzo multimediale, io architettura). E tutte le mattine, essendo dello stesso paese, eravamo sullo stesso pullman: la mitica 66! Quindi direi che per questa simbiosi possiamo decisamente ringraziare la 66 da Peschiera Borromeo fino a Via Cadore!

Non ci resta che ascoltare i “simbiotici” Silvia e Simone su Radio Active 20068, il nostro fiore all’occhiello di Peschiera Borromeo e non perdetevi la prossima stagione a partire da Settembre.

Carla Paola Arcaini

cinefili
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giuseppe
abbracci d autunno libro

Come e quando nasce in lei la passione per la scrittura?

“Un libro è come un figlio, va alimentato giorno dopo giorno sino a quando non cresce e allora le tue parole non sono più tue ma di chi vorrà accarezzarle e farle proprie”, questa considerazione si accompagna a molti ragionamenti che sono stampigliati nelle mie composizioni. Prosa e poesia, uno stile che riprende la satyra latina, non con intenti moralistici di fustigazione dei costumi ma come riflessione, a volte dolce a volte melanconica. La mia scrittura, preparazione di un telaio e cominciare  a intessere l’ordito con storie verosimili, suggerite dalle muse. ‘Dice cose vere che sembrano false e cose false che sembrano vere.’ Questo riportava Ovidio di Esiodo a proposito del loro rapporto con le storie del mondo, quelle che ci passano sotto gli occhi quotidianamente, e ci commuovono e ci inteneriscono, ci fanno soffrire e amare, nostalgiche, che guardano al futuro, tutte intrise di grande umanità. Amo ritirarmi nel suo studio di casa prediligendo le prime luci dell’alba e ancor più spesso le tarde ore del finire del giorno, per esprimere pensieri ed emozioni attraverso la scrittura e la poesia. Un’esigenza esistenziale che accomuna tanti e non necessariamente quelli che poi credono di essere scrittori e poeti. C’è un’intima esigenza di comunicare e non solo verbalmente; attraverso l’uso della poesia, affronto con efficacia comunicativa diversi temi esistenziali quali lo scorrere del tempo, la brevità dell’esistenza e la morte, a tratti con malinconia quando si tratta di far riaffiorare i ricordi personali, scoloriti dal tempo. Ne emerge una tela vivacemente colorata dalle forti emozioni vissute da me stesso per riflettere sulla mia terra natia (la Puglia), la città che mi ha accolto (Milano), le stagioni dell’esistenza che imitano quelle della natura l’amicizia, i ricordi personali e dell’infanzia.

Da cosa si lascia ispirare per le sue poesie?

Più che ispirazione parlerei di “suggerimenti” che arrivano da un lato dell’esperienza personale, dall’altro dai temi esistenziali e universali propri di ogni essere umano. Ecco che allora ogni lettore potrà rispecchiarsi nei miei versi, riflettendo sul senso della vita e magari ritrovando qualche frammento della propria esistenza, fino ad arrivare a condividere con l’autore le emozioni che caratterizzano il nostro essere umani. Emozioni trascritte sulla carta e raccontate dal cuore, il passaggio dell’anima attraverso le esperienze di una realtà che percepita come ricerca del tempo smarrito ritrovato nelle parole che evocano vissuti, desideri di attimi, attingimenti dal passato di cose amate, quello che ne scaturisce sublima la mancanza di vissuti irripetibili e non cancellabili. Nel Seicento venne coniata l’espressione ‘tempo pittore’, la scurità che il tempo fa apparire sopra le pitture intesa come il valore del passaggio del tempo sull’opera che talvolta le favorisce. Il tempo smorza le tinte forti e attiva una patina di mistero sulla tela pittorica che 

è la vita di ciascuno.

Vuole raccontare ai nostri lettori il suo ultimo libro? 

 “Abbracci d’autunno. Cercando nuove primavere” Secop edizioni.  

In un periodo di pandemia potrebbe risultare fuori luogo parlare di abbracci, ma la metafora, suggeritami da una riflessione paterna, e che dà il titolo al mio ultimo libro, rende bene – con l’efficacia dell’immagine - l’idea alla base delle mie considerazioni. Se l’autunno è la stagione dei crepuscoli e delle nostalgie, la primavera è l’esplosione della vita. Se in autunno ci si prepara a vivere l’intimità della casa, in primavera si ci accinge a vivere ​nella natura rigogliosa. Se in autunno si cerca il calore da cui ripartire, anche quello dell’abbraccio degli affetti, in primavera si mette in pratica quella socialità ritornando in pienezza nel mondo circostante per sperimentare che la primavera non è una sola ma sono tante, sempre nuove, sempre diverse, pure nell’unicità del ciclo stagionale. E’ questo l’invito che Francesco, mio padre, mi rivolse: “Abbraccia l’autunno. E’ solo un passaggio in cui il sole diventa solo un poco più avaro e non ti stancare di cercare nuove primavere”.

In questo libro uso le parole come pennello quasi a voler dipingere sensazioni e personaggi. Alle immagini delle feste patronali, con luminarie e fuochi d’artificio, del mare in burrasca, della terra rossa, delle memorie dei genitori, della loro sapienza antica, fanno da ponte le immagini di treni che partono, di valigie, di nuvole in fuga che conducono ad uno scenario cittadino di luci, vetrine e ... clochard, segno di una dolente umanità.

 

Come si pone nei confronti della vita in generale e come la sua sensibilità l'ha portata a vivere?

Tempo, miti, parole, dotte dispute. Uscire dall’affanno del quotidiano e accorgersi di voler dare risposte anche a domande che nessuno ha poi interesse a farti. A volte mi parlo addosso e mi rispondo che il tempo l’ho speso e continuo a spenderlo senza curarmi di quanto me ne resta e per quanto riguarda la libertà l’ho cercata, credo di averla incontrata in tante occasioni ma non conoscendola se non per sentito dire non gli ho prestato particolare attenzione. Vorrei poter condividere un pensiero di Alda Merini che sosteneva che “Il grado di libertà di un uomo si misura dall'intensità dei suoi sogni”, però non posso ignorare che la libertà sognata è qualcosa che svanisce quando il sognatore riapre gli occhi. Libertà, una parola affidata al vento che ne disperde il suono, forse vive e più intensamente in chi ha consapevolezza della catena invisibile che si chiama sicurezza e tranquillità per le quali sacrifichiamo tanta della nostra libertà. Non possiamo dirci liberi dalla paura restando sulla terra ferma evitando l’affanno di dover affrontare un mare in tempesta, è la determinazione di andare oltre la lunghezza della nostra catena che ci consentirebbe di provare l’ebbrezza di un maggiore spazio vitale. La libertà è come un abito su misura, non è sufficiente un buon sarto e i mezzi per pagarlo, serve la capacità di indossarlo con naturalezza come se fosse stato sempre nostro. Temo che qualcuno possa chiedermi cosa sia per me la libertà, sarei più bravo a descrivere l’odore del mare. La libertà è anche ignoranza della vita che ci fa credere prima di poter fare tutto quello che ci pare, poi ci offre spunti di riflessione per capire che crediamo di essere liberi e ancora dopo in una fase di maturità accettare di essere schiavi inconsapevoli o addirittura felici. 

 

Riesce sempre a "cogliere" nei suoi versi ciò che anima il suo cuore?

Parole occupano spazi bianche di pagine il cui contenuto a volte finisce per somigliare a un saggio autobiografico. Trovare spunti da annotazioni frammentarie raccolte inizialmente senza una precisa idea di utilizzazione. Chiudersi in una stanza per quell’atto creativo che è la scrittura, provare l’emozione riga dopo riga nello scoprire i motivi che ti inducono a brevi clausure. Avere il dono di immaginare che due pagine possano diventare ali e prendere il volo.

 

Generalmente è soddisfatto delle sue opere oppure "manca sempre quel qualcosa"? 

Mi affido ai giudizi dei critici e soprattutto di chi mi legge. Ci sono sempre due verità, una vera e l’altra che ti piace di più e ti convinci che l’altra ti aiuta a vivere meglio. 

 

Progetti futuri?

 L'ho incontrato, era in bella posa nei giardini vicino casa. Ci siamo guardati a lungo, io perché non avevo nulla da fare e lui perché impossibilitato a fare altro. “Osa e vivi al meglio che puoi” questo sembrava volermi augurare. Ammirare la sua precaria bellezza mi ha trasmesso una seducente serenità.

In fondo la condizione umana non è poi tanto diversa.

Ho il sospetto che se dipendesse da lui continuerebbe a guardare incuriosito il nostro mondo. Testimonierà il tempo corrente, il pupazzo di neve durerà finché il suo cuore resterà freddo, i primi raggi del sole pian piano lo faranno sparire ai nostri occhi, resterà il ricordo come per gli umani incontri.

Comunque, divagazioni a parte, ho un nuovo libro a cui manca solo il titolo e mi deve tornare la voglia di prospettarlo a un editore. Non so se sono a più della metà di un saggio il cui titolo provvisorio è “Colloqui con il Padre Eterno” e in questa incertezza scrivo che “Nelle mie lunghe passeggiate provo a pregare ma non ricordo più le parole”.

Carla Paola Arcaini

Intervista a…. 

Eugenia Di Guglielmo

 

Come e quando nasce in te la passione per la scrittura?

E: Scrivere è una necessità. È un momento di riflessione e di indagine personale, un ritaglio di tempo, in cui potermi fermare e cercare di far chiarezza in tutto quello che mi gira per la testa, per prendere le distanze e osservare da lontano ciò che mi spaventa, mi diverte o mi fa soffrire. Le storie arrivano nella mente sempre, durante il giorno e la notte, ma la scrittura richiede solitudine e concentrazione. 

 

Sono i personaggi che ti vengono a trovare o sei tu che li scovi?

E: Entrambe direi: sono una grande osservatrice e mi colpiscono dettagli apparentemente insignificanti, quindi direi che scovo i personaggi tra la gente. Ma a volte mi capita di vivere situazioni che sembrano nate proprio per essere scritte, che mi vengono a cercare. Il lavoro sul personaggio però è complesso: di ognuno preparo una sorta di carta di identità che contenga le informazioni principali e che mi permetta di restare credibile in tutta la storia. 

 

Quanta realtà c’è nella tua finzione?

E: La mia finzione parla di realtà, le mie storie sono storie normali. Mi piace però variare l’ambientazione, dall’attualità al passato, restando sempre fedele al quadro storico: tutta colpa della mia formazione da archeologa! Della mia realtà c’è sempre qualcosa, perché quello che vivo inevitabilmente può finire raccontato, in una piccola parte.

libro

Vuoi parlarci del tuo esordio letterario?

E: Il mio primo romanzo, A tutto tondo, ruota intorno ad un personaggio principale, Adriana, la cui storia è ricostruita tramite un narratore esterno alternato con una serie di narratori interni che prendono la parola e raccontano le vicende dal loro punto di vista. È un romanzo molto attuale, racconta un matrimonio fallito, con uno spaccato sul dramma della violenza domestica; ma è anche una storia di ricostruzIone, aperta alla speranza di saper ricominciare.

 

E del tuo ultimo libro? 

E: Sognando Ginger Rogers ha un’atmosfera di favola, nasce con la voglia di evasione dalla realtà. È la storia di sei personaggi lontanissimi, che si incontrano per caso in una Firenze invernale, in seguito ad un evento drammatico, e che poi si riconoscono e non si lasceranno più: hanno tutti la stessa voglia e capacità di sognare. 

 

Come cerchi di trasmettere ai tuoi studenti la passione per la lettura?

E: È una battaglia dura, per questo metto in campo tante strategie diverse: dalle gare di lettura, alla realizzazione di booktrailer o di quiz interattivi cercando di stare al passo con i gusti dei giovani. Ma quello che funziona sempre è far percepire la propria passione, perché, anche se lo studente inizialmente ti criticherà, poi sarà inevitabilmente incuriosito e per emulazione si appassionerà. 

 

Come concili la tua attività di scrittrice con la famiglia e il lavoro?

E: Sono una mamma single di un figlio adolescente, quindi il tempo per me stessa è davvero poco. Mi sono abituata a far tesoro di quello che vivo e osservo, senza l’ansia di dover subito scrivere. So che quando arriverà il momento giusto, e prima o poi arriva sempre, la storia è già tutta pronta. Però porto sempre con me un quaderno, perché non si sa mai!

 

Progetti futuri

E: Ho in programma due brevi corsi di scrittura durante l’estate, perché non si smette mai di imparare. Nel frattempo sono in attesa di alcuni risultati di premi a cui ho partecipato e della risposta di un editore al quale ho inviato il mio ultimo manoscritto: è un romanzo storico che racconta la storia di una famiglia, attraverso tre figure femminili e un pianoforte a coda, che conosce meglio di chiunque altro le loro anime. 

 

Non ci resta che augurare un grande “in bocca al lupo” a Eugenia…

 

 

Carla Paola Arcaini

foto antonio ialenti

Quando l’arte non muore mai…

L’arte è davvero intramontabile, la bellezza rimane nelle opere realizzate che passano alla storia. I dipinti di Antonio Ialenti sono meravigliosi e meritano di essere valorizzati oggi più che mai.

La luce, la cura dei dettagli, la gioia sono presenti nelle sue opere e i colori così vivi mettono molta serenità.

 

Qualche cenno biografico del pittore.

Campobasso 1937 – Varzi marzo 2018

Antonio Ialenti è stato un pittore formatosi dapprima al Convitto Mario Pagano “Prospettiva di luce” di Salerno e successivamente all’Accademia di Brera di Milano. All’età di sedici anni aveva allestito una prima mostra personale a Campobasso e nel 1955 avviò una Galleria Studio a Milano. Nel 1973 fu notato dal critico Carlo Franza e dal pittore Remo Brindisi col quale iniziò una fervente collaborazione. Espose successivamente alla Galleria Mouffe di Parigi, poi presso la sede del Parlamento Europeo a Strasburgo. Visse per qualche anno a Los Angeles vendendo i suoi quadri a Carmel-by-the-Sea, nella penisola di Monterey. 

Stile

Il suo stile attinge dallo stile di Michele Cascella. Utilizzò con successo colori dai toni caldi in accostamento ai toni freddi in armonia e naturalezza. I suoi paesaggi ricordano la sua terra natale, Campobasso, e i luoghi della campagna di Varzi.

 

“L’arte scuote dall’anima

la polvere accumulata

nella vita di tutti i giorni”

(Pablo Picasso)

 

Se qualcuno fosse interessato alle opere del Pittore Ialenti Antonio può rivolgersi alla sorella, la Signora Adriana Ialenti al numero 02 55303140

 

Carla Paola Arcaini

Come eri vestita?

Una mostra davvero particolare che mette in luce l’aspetto della violenza alle donne e sul loro abbigliamento in particolare.

Gli abiti sono accompagnati da frasi che ricordano esattamente il momento della violenza. Le scritte sono sia in italiano che in inglese.

Per chi fosse interessato può visionare la mostra all’ingresso della Galleria Borromea fino al 16 maggio 2021

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Intervista a…

una donna poliedrica… Roberta Gerli: imprenditrice, dj ma non solo…

 

 

Roberta vuoi parlarci dell’evento che stai organizzando sulle donne?

R.: Sì, sto lavorando ad uno spettacolo che si intitola “In stato di Grazia”

in coproduzione con la direttrice del Teatro De Sica di Peschiera

Borromeo, Chiara Valli. È uno spettacolo con la regia di Tobia Rossi

interpretato dall’attrice Margò Volo.

Questo evento andrà in scena in anteprima il 4 luglio al Teatro De Sica

di Peschiera Borromeo.

Verrà resa nota la programmazione appena possibile.

 

Sulle donne hai in mente altri progetti?

R.: Sì, sto organizzando “Musicando l’Arte”, un evento teatrale inserito

nel Palinsesto del Comune di Milano 2020/2021 “Il Talento delle donne”

ed è organizzato e ideato da GerliMusic Management. Questo evento

andrà in scena il 20 novembre 2021 (emergenza permettendo).

In relazione alle difficoltà di poter offrire opportunità di esprimersi a donne che producono arte, musica e teatro, questo spettacolo è stato pensato come un’occasione per poter raccontare la femminilità, oggi, “dentro e fuori” casa, nel lavoro e nella vita famigliare attraverso testi e musiche originali di due giovani cantautrici con storie che valgono la pena di essere raccontate.

 

Nel dettaglio lo spettacolo di cosa tratta?

R.: Con un cast tutto al femminile, lo spettacolo indaga sul ruolo della donna nella società. Attraverso i testi, mai banali, delle cantautrici Sabrina Dolci e Lucia Lombardo, si narrano storie drammaticamente attuali, passioni, sentimenti e denuncia. I racconti in musica sono accompagnati dalle suggestive scenografie multimediali di Oltheatre ispirate dalle opere della pittrice Raffaella Gerli, artista di Peschiera Borromeo caratterizzata da un intenso tratto espressivo alla continua ricerca di sensazioni generate dalla forza interiore femminile. Special Guest, Margò Volo, in un’intensa e brillante interpretazione del ruolo della donna nel passato, presente e futuro.

 

Dalle tue parole capisco che hai a cuore tutto ciò che riguarda le donne, progetti futuri?

R.: Sì certamente ho a cuore tutto ciò che riguarda le donne. Credo che una donna per emergere deve lavorare molto di più rispetto a un uomo. Spesso si divide tra famiglia e lavoro e tutto questo può influire sul suo lavoro. Personalmente ho cercato di organizzarmi anche quando avevo i bambini piccoli per non lasciare da parte il mio lavoro. Amo tutto ciò che contempla l’arte, sono un’artista poliedrica, molto creativa e cerco sempre nuovi progetti, nuove idee per assecondare la mia creatività.

 

So che sei un’artista…penso al tuo “Artisti in radio”, ma questo è un altro argomento di cui parleremo magari in un’altra intervista dedicata…

R.: Dagli esordi sono dj in Radio Active 20068 e ho avuto modo di intervistare artisti, stilisti, chef, fotografi… Ma potremmo approfondire in altra sede come suggerisci tu…

 

Vuoi lasciare ai nostri lettori i tuoi riferimenti in caso di interesse?

R: Certamente, sono raggiungibile sui canali social come FB e Instagram con il nome di Gerli Music e sul sito www.gerlimusicmanagement.it. Oggi giorno, il social è molto importante e dà visibilità. Cerco di annunciare sempre i miei eventi attraverso i canali social con largo anticipo.

 

 

…Non ci resta che seguire Roberta nei suoi progetti futuri, sicuramente molto interessanti, attuali e sorprendenti!

 

 

Carla Paola Arcaini

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Intervista a…

Lara Di Mauro & Gianpaolo Grignani

 

Come è nata la vostra associazione?

L. & G.: La nostra associazione “7 in condotta” è nata nel 2012 da un gruppo di 7 amici uniti dalla passione dei cani e con la volontà di diffondere una corretta cultura cinofila nel rispetto del benessere dell’animale, adeguata alla realtà cittadina, per aiutare cane e proprietario ad instaurare un rapporto basato sulla fiducia reciproca e sulla collaborazione che possa durare nel tempo. Il nostro slogan è “A scuola di cinofilia per conoscere i segnali per favorire l’interazione con il migliore amico dell’uomo”.

 

Come nasce il nome dell’associazione “7 in condotta”?

L. & G.: 7 richiama il numero degli ideatori dell’associazione, come dicevamo agli inizi siamo partiti in 7 amici. Dato che l’idea era di proporre una condotta agli amici a 4 zampe e noi eravamo in 7 abbiamo pensato di unire entrambe le cose e così è nato “7 in condotta”.

 

Il 7 in condotta mi fa ricordare i voti di scuola…

L. & G.: Esatto!

 

Volete raccontarci qualcosa della vostra associazione?

L. & G.: Con i presupposti del nostro slogan, abbiamo avviato una collaborazione con l’intento di creare una struttura in grado di fornire un servizio completo e professionale alla cittadinanza, supportandola in tutte quelle che sono le incomprensioni con il proprio amico a 4 zampe. In particolare, la nostra associazione offre dei percorsi di consulenza ed educazione per i padroni e per i loro amici animali.

 

Quali consigli daresti a chi sta pensando di accogliere un cane?

L. & G.: Decidere di accogliere un cane nella nostra vita è una scelta importante che non va presa alla leggera, vorremmo promuovere una scelta responsabile del cane più adatto alle famiglie, aiutare a capire come cambia la vita con un compagno a 4 zampe se si è veramente pronti a farsela sconvolgere… in positivo!! L’associazione garantisce inoltre consulenze di alto profilo che potranno togliere ogni dubbio e supportare nella eventuale decisione di affrontare una nuova vita insieme agli amici animali. I nostri amici a 4 zampe sono come i bambini e proprio come per loro, il primo periodo di vita è molto importante per la loro crescita (imprinting). Pensiamo anche agli amici salvati dal canile, e diamo suggerimenti per il loro inserimento nel nuovo nucleo famigliare. Una volta scelto il vostro amico a 4 zampe non basta solo accompagnarlo nei suoi bisogni quotidiani, bisogna essere capaci di impostare un rapporto per farli crescere equilibrati e felici. Un nodo molto importante per lo sviluppo è la possibilità di interagire con i propri simili per comprendere il loro linguaggio e prevenire possibili problematiche comportamentali. Avere un cane comporta  un’assunzione di responsabilità, soprattutto se si vive in un contesto urbano. Chi possiede un cane deve sapere che è fondamentale il pieno controllo del proprio animale sia in ambito pubblico che privato. Si tratta di un obbiettivo di civiltà da cui non possiamo prescindere.

L’associazione aiuta a capire il proprio animale e a migliorare il rapporto con lui anche quando viene ritenuto “pericoloso”.

 

Come gestiste questo aspetto di pericolosità?

L. & G.: Se il nostro amico a 4 zampe dimostra atteggiamenti di aggressività verso le persone o verso i suoi simili, non deve essere abbandonato, ma compreso, poiché le sue reazioni sono spesso dovute a errori nell’impostazione del rapporto iniziale.

Il nostro amico a 4 zampe oltre a essere un compagno di vita straordinario può’ diventare un attore sociale in grado di coadiuvare l’uomo in molteplici attività socialmente utili, per aiutare gli altri.

 

In particolare volete spiegarci la “pet therapy”? Come associazione la praticate?

L. & G.: La nostra associazione da anni prepara alcuni soggetti per le attività assistite con animali, comunemente chiamata “pet therapy”. Il nostro amico a 4 zampe ha delle grandi doti: è In grado di accendere un sorriso, suscitare curiosità’ e interesse. Queste grandi doti sono diventate terapeutiche poiché l’anima può invogliarti a camminare, far allungare una mano per una carezza, a facilitare il dialogo e a rassicurare i pazienti più di quanto possa fare qualunque esperto umano. Il progetto si pone l’obiettivo di aiutare persone con disabilità, ma anche di insegnare ai bambini delle scuole di primo e secondo grado a comprendere i segnali dei propri amici animali, cercando di creare in loro la coscienza che il rapporto con il proprio compagno di giochi deve essere basato sul rispetto reciproco.

 

Avete altri progetti speciali?

L. & G.: L’associazione ha già strutturato diversi progetti, sia presso centri per le persone “speciali” sia presso le scuole materne, elementari e medie del territorio.

Tutto il Nostro Staff completo è in grado di supportare i proprietari dei cani nel loro percorso, e nello stesso tempo è in grado di capire le qualità dell’animale per indirizzarlo nelle attività più idonee.

 

È un dato di fatto: con l’emergenza sanitaria sono aumentati le adozioni di cani. Cosa ne pensate?

L. & G.: Pensiamo che il periodo di emergenza abbia portato le persone a riflettere sulla possibilità di avere al proprio fianco un amico a 4 zampe per vari motivi.

Sicuramente il prolungato periodo a casa e il maggior tempo libero a disposizione hanno favorito la possibilità di realizzare un sogno che fino a ieri era tenuto nel cassetto.

Personalmente abbiamo potuto constatare che sul territorio sono aumentate le richieste di addestramento per l’arrivo di nuovi cuccioli, ma anche di nuove adozioni dal canile.

 

Oltre all’addestramento e alla pet therapy, vi occupate di altre attività con gli amici a 4 zampe?

L. & G.: Nel 2018 dalla nostra sinergia è nata la voglia di realizzare un ritratto del “Pet” differente, un ritratto d'autore: il progetto si chiama ”Picdog_image”.

Creiamo ritratti fotografici professionali degli amici a quattro zampe ad alto impatto visivo ed emozionale.

Picdog_image ritrae prevalentemente cani ma non solo, anche gatti, cavalli, conigli e galline infatti sono passati sul nostro set.

Ci rivolgiamo a tutti, proprietari privati, allevatori, negozi di animali, scuole di attività' cinofile, o semplicemente un gruppo di amici che vuole organizzare un evento fotografico, per Natale, San Valentino, Halloween o altro, noi entriamo in modalità' itinerante e allestiamo il set fotografico direttamente nel luogo richiesto.

 

Volete lasciarci qualche riferimento per i nostri lettori?

Certamente.

 

Addestramento ed educazione Associazione “7 in condotta “  

7incondotta.gc@gmail.com

Lara Tel 338.84.67.674

 

Servizi fotografici

”Picdog_image”  picdogimage@gmail.com Gianpaolo_3355339573

 

 

Carla Paola Arcaini

chiè

Intervista a…

Paolo Chiè – DJ di GO GO MUSIC 

in onda su Radio Active 20068

 

GO GO MUSIC riprende vita in Radio Active 20068 come e perché?

P: GO GO MUSIC ha ripreso vita su Radio Active dopo quasi 20 anni di assenza grazie alla Web radio del comune di Peschiera Borromeo, che ha accettato il mio format. 

 

Quando vai in onda?

P: Il programma va in onda ogni mercoledì dalle 18 alle 19 in diretta dagli studi della radio

 

Quale la sua finalità?

P: Il mio programma ha l’obiettivo di far trascorrere un'ora di musica, di intrattenimento, di cultura musicale e curiosità della settimana.

 

I pro e i contro della diretta?

P: Per quanto concerne i “pro”…lo dico in poche parole…semplicemente: fare la radio è trasmettere in diretta! Come “contro” invece penso al fatto di “non trasmettere”, “non esserci in radio”, visto la situazione contingente.

 

Come concepisci il mondo della radio?

P: La radio è costanza, puntualità e precisione nei tempi come nella vita, perché, a mio avviso, la radio è un ottimo insegnamento di vita, una guida.

 

Come è strutturato il programma?

P: Nel GO GO MUSIC mi piace far voli pindarici da un decennio ad un altro, da un genere musicale ad un altro senza limiti di genere, gusto, spazio e tempo.

 

Durante il tuo programma è possibile comunicare con te? Hai un riferimento da lasciare ai nostri lettori?

P: Sì, potete scrivermi al 329 172 3851 e lasciarmi un messaggio da condividere in diretta. Vi aspetto a GO GO MUSIC!

 

 

Se volete trascorrere un’ora di musica nel divertimento non vi resta che ascoltare Paolo…

 

Carla Paola Arcaini

alice foto

INTERVISTA A… ALICE CONSONNI:

FOTOGRAFA NELLA VITA E NEL LAVORO

 

Alice vuoi raccontarci come nasce la passione per la fotografia?

A.: Ho iniziato ad amare la fotografia all'età di 15 anni, e per qualche anno, essendo autodidatta ho cercato di capire come funzionasse la Nikon D80 di mio padre. Verso la fine del 2015, ho iniziato a scattare fotografie in modo più serio, cercando di ritrarre al meglio i miei soggetti con una mia personale impronta visiva. Ho incominciato ad approcciarmi alla fotografia con degli autoritratti in cui ho voluto rappresentare ed esprimere alcune delle emozioni e sensazioni provate in quel periodo. Ciò è stato possibile grazie alla lettura del libro "The creative portrait" di Miss Aniela, una fotografa che ammiro molto. Nel 2017 dopo un viaggio in Giappone ho realizzato la mia prima mostra personale a Bergamo. Nel 2019 ho partecipato "Ethereal", una collettiva di Parigi e lo stesso anno ho partecipato ad un'altra esposizione "Giovani in mostra" a Ponte San Pietro. Una volta trasferita a Milano, nel 2018, ho iniziato a frequentare il CFP Bauer che ho concluso nel 2021. A Milano ho avviato la mia collaborazione con delle agenzie di moda con successiva pubblicazione sulle riviste del settore. Tutt'oggi lavoro come stagista presso Acido Studio, gestito da Cristian Martinelli e Fabio Munis, fotografi di moda. 

 

Di cosa ti occupi precisamente?

A.: Mi occupo principalmente di moda e di ritratti. Il soggetto che più frequentemente compare nelle mie fotografie è l'essere umano. Fin quando l'immagine e il pensiero creativo che ci stanno dietro funziona, non importa la bellezza canonica del soggetto. 

 

Qual è il tuo rapporto con la macchina fotografica? La macchina fotografica è come un terzo occhio, tu cosa ne pensi?

A.. Secondo me non si può assegnare ad una macchina fotografica, e quindi ad un oggetto tecnico, l'attributo creativo e l'istinto percettivo dello scatto e della bellezza che ci circonda. La macchina fotografica è solo un mezzo di rappresentazione della realtà, e non importa quale sia lo strumento che utilizzi per rappresentarla, ma dipende dalla tua creatività. 

 

Cosa cattura il tuo sguardo nella fotografia?

A.: Nei generi fotografici che prediligo mi piace rendere tangibile quello che la mia mente e il mio cuore percepiscono come qualcosa di bello. Nelle mie fotografie tendo spesso a mischiare il mio gusto artistico personale a delle idee concettuali. Queste idee possono derivare da ciò che amo oltre la fotografia, come i film, i cartoni animati, internet, la cultura pop, la musica, le sfilate di moda o ogni piccola cosa che vedo sul web. Ulteriore ispirazione viene anche da ciò che percepisco come distante dalle mie capacità visive e fotografiche. 

 

La memoria viene fissata grazie alla fotografia?

A.: Sin dall' invenzione della fotografia l'uomo è riuscito a rendere la memoria tangibile attraverso la fotografia stessa. Basta solo pensare alle fotografie di reportage, che descrivono visivamente un fatto realmente accaduto, oppure semplicemente all'album di famiglia. Queste cose sono per noi dei ricordi, delle memorie che vengono rappresentate su carta e che quindi sono percepite come oggetti tangibili.

 

Progetti futuri?

A.: Ho molti progetti che non ho mai realizzato ma che vorrei compiere in un immediato futuro. Come persona tendo a vivere nel presente, quindi se, nell'esatto momento in cui ho un’idea per un progetto fotografico, ci credo fino in fondo, farò di tutto per realizzarlo.

 

Vuoi lasciarci i tuoi riferimenti in caso di interesse da parte dei nostri lettori?

Certamente, potete seguirmi sulla mia pagina FB “Alice Consonni Photography” oppure su instagram @aliceconsonny.

 

 

Se vi capita fate un giro sulle pagine di Alice…meritano! E buona visione.

 

 

Carla Paola Arcaini

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INTERVISTA A CAMILLA FERRARIO E LETIZIA IOSA …LE RAGAZZE DEL PROGRAMMA #NIENTE DI SERIO @Radio Active 20068

Ad un anno dalla prima puntata del Vostro programma: com’è stato questo anno per Voi?

C&L: È stata un’annata difficile, come un po’ per tutti, la pandemia ha generato la necessità di una riflessione su tutti quei rapporti che in quel momento erano in stand-by. Ecco allora la realizzazione di essere circondate da giovani pieni di interessi e progetti in svariati ambiti: perché non parlarne sui social, il medium per eccellenza della nostra generazione di “nativi digitali”?

Inizia così il percorso di #NIENTEDISERIO che si può pensare diviso in due parti: per i primi sei mesi, da marzo a settembre 2020, Camilla ha portato avanti il progetto tramite la sua pagina Instagram per le prime due stagioni (36 puntate). Dopodiché, tramite una sorta di annuncio di lavoro sempre sui social, Letizia è entrata a far parte di quello che è diventato il TEAM di #NIENTEDISERIO. Insieme abbiamo dato vita ad una terza stagione molto più strutturata – realizzando una serie di rubriche - avendo la possibilità poi dallo scorso febbraio di approdare anche sulle frequenze della web radio Radio Active 20068.

 

Una mia curiosità: come nasce il nome #NIENTEDISERIO?

C: Il nome del programma nasce dalla primissima intervista che ho fatto l’anno scorso: chiesi alla ragazza che intervistavo quale fosse il suo film preferito e lei mi rispose: “Tre uomini e una gamba” in cui c’è la battuta di “E così domani ti sposi” e Giacomino risponde “Sì, niente di serio!”. Mi è subito sembrato perfetto come titolo, dato che tutti i temi sono trattati con leggerezza, ma mai con superficialità.

 

Com’è strutturato #NIENTEDISERIO ?

C&L: Il programma originariamente nasce dall’idea di utilizzare lo strumento delle dirette su Instagram, in modo da avere uno scambio duplice: da un lato l’intervista all’ospite e dall’altro l’interazione con un pubblico che ci può seguire in tempo reale. Grazie alla possibilità dataci dalla radio (casi di zona rossa a parte) al momento andiamo in diretta contemporaneamente sia dalla nostra pagina IG, sia dalla radio. In questo modo abbiamo la possibilità di far ascoltare delle canzoni selezionate insieme all’ospite al pubblico radiofonico, mentre su Instagram (per ragioni di “copyrights”) i momenti musicali sono sostituiti da alcuni fuori onda tra noi, l’ospite e la chat.

Ad oggi il format consta di due rubriche “fisse”: gli episodi standard in cui parliamo di creatività (es. arte, musica, danza, teatro, scrittura ecc..) e gli episodi “un po’ più seri” in cui invece ci dedichiamo ad argomenti di tipo sociale quali violenza sulle donne, associazionismo, donazione di sangue, università e progetti relativi a realtà complesse delle nostre città.

In arrivo altre rubriche…Non vogliamo svelarvi niente, vedrete Vi stupiremo…

 

Come siete venute in contatto con la radio e perché avete deciso di creare un programma?

C&L: Per il contatto con la radio dobbiamo assolutamente ringraziare i ragazzi di Progetto Workout, con particolare riferimento alla mitica Maria, (ndr vedesi intervista al Progetto Workout) che ci hanno intervistate per la loro rubrica Belle Storie a Casa Workout (ndr disponibile su https:/www.facebook.com/progettoworkout/videos/461832094984435/). Subito dopo l’intervista ci hanno proposto di partecipare a una delle riunioni del gruppo di Radio Active 20068 e lì abbiamo proposto il nostro format, adattandolo a questa nuova piattaforma.

Ci siamo subito trovate a nostro agio, la famiglia di Radio Active ci ha accolte a braccia aperte dandoci tutte le istruzioni per muoverci in questo ambiente. Abbiamo anche avuto la possibilità di collaborare con i ragazzi di altri due programmi appartenenti al palinsesto, questo spirito di squadra ci ha subito colpito e ci stimola quotidianamente.

 

Come questo progetto in radio Vi ha cambiato?

C&L: Sicuramente il solo fatto di aver dato vita a questo progetto ha cambiato molto tutte e due.

Se Camilla ha potuto sperimentare nel suo piccolo in un ambito che la affascinava da sempre (quello del giornalismo), dandosi la possibilità di mostrare la sua curiosità, metterla in atto tempestando gli ospiti di domande e anche superando un po’ di paura inziale relativa al giudizio di amici e conoscenti.

Letizia invece, che già aveva la passione per l’arte, ha avuto modo di lanciarsi nel mondo della grafica attraverso quello che è diventato il profilo del progetto. Far parte del team l’ha aiutata anche a aprirsi e acquisire maggior sicurezza in se stessa. Scherzando su questa trasformazione spesso citiamo il film A Bug’s Life in cui il bruco vuole a tutti i costi diventare una farfalla, questo è un po’ quello che ci è successo.

 

Come conciliate studio/lavoro e radio?

C&L: La divisione del lavoro è per noi la chiave. Il fatto che le grafiche siano gestite da Letizia, gli script per l’intervista da Camilla e tutto il resto (come editing audio-video, ricerca ospiti e upload delle puntate) sia diviso al 50% ci ha reso possibile conciliare gli studi, nel caso di Camilla, e il lavoro, nel caso di Letizia, con la costanza necessaria per il progetto.

Siano benedette le sveglie che impostiamo sul cellulare per ricordarci cosa dobbiamo pubblicare, nonché Google Calendar e le sue notifiche che ci rende più facile organizzare il format incrociando tutti i nostri impegni!

 

Come riuscite a gestirlo in coppia?

C&L: Conoscendoci da tutta la vita (dal periodo delle scuole materne nello specifico) abbiamo capito che fosse fondamentale scindere il rapporto di amicizia da quello più “professionale” legato al format. Ovviamente la nostra grande amicizia ci permette di comunicare più facilmente e capire anche i non detti, lasciandoci sempre la possibilità di sottolineare apertamente quando le cose non funzionano esattamente come vorremmo. Questo fa sì che ci sia un’ottima sintonia, che speriamo emerga nelle nostre interviste, e al contempo ci permette di risolvere nel minor tempo possibile i problemi che inevitabilmente ci troviamo ad affrontare, come ad esempio internet che salta all’ultimo minuto o gli inghippi con l’audio durante le dirette radio.

 

In effetti ad ascoltarVi avete quasi la stessa voce, direi che la sinergia è davvero palpabile nel Vostro programma. Vorrei chiederVi ora come le interviste vi hanno arricchito?

C&L: Tutti gli argomenti che selezioniamo sono sempre di nostro interesse, spesso sono scelti proprio affinché possiamo avere una conoscenza un po’ più profonda su alcuni temi o semplicemente ci sia la possibilità di un confronto su quanto ci sta a cuore. Al di là poi dei temi, ciò che davvero ci ha arricchite è stata la possibilità di interagire e venire in contatto con tantissime persone diverse per età, background di formazione, interessi, cultura e tutto questo in un periodo in cui le relazioni sociali sono per lo più ridotte.

Crediamo che il dialogo sia fondamentale per un percorso di crescita abituato all’incontro con l’altro che ci possa permettere di diventare adulti consapevoli e aperti alla bellezza della diversità.

 

Di seguito Vi ricordo i riferimenti per seguire le splendide Camilla e Letizia:

 

email: nientediseriointeviste@gmail.com

instagram: https://www.instagram.com/ndsinterviste/

fb: https://www.facebook.com/NIENTEDISERIOinterviste/

 

Non ci resta che ascoltare #NIENTEDISERIO che va in onda la domenica alle h. 21.00 su Radio Active 20068, la splendida radio di Peschiera Borromeo.

Carla Paola Arcaini

Non sapevo che ci fosse un albero in via Oriana Fallaci a Peschiera Borromeo che potesse emozionare nella sua semplicità. Una piccola pianta d’ulivo così suggestiva e nella sua genuinità così parlante che racconta la storia di Giuseppe Tallarita… è carico di piccole sfere speciali perché ognuna di esse contiene una frase che regala a chi passa un pezzo di vita…la vita di Giuseppe…

foto tallarita

Intervista a Rosy Tallarita

Rosy vuoi pararci dell’Associazione Libera e come è nata la vostra collaborazione?

R.: Ho incontrato Libera il 21 Marzo del 2007 e, da subito, ho avuto la percezione che avesse tanto da insegnarmi, sia dal punto di vista dei rapporti umani, delle relazioni, che da un punto di vista più squisitamente formativo. 

Per questo, ho intrapreso un percorso di testimonianza attiva, con lo scopo di condividere un’esperienza di vita, che dal 28 settembre 1990 ha inesorabilmente modificato le dinamiche della mia famiglia. 

Con Libera mi sono sentita accolta, mi sono sentita parte di un gruppo sensibilissimo alle tematiche dell’antimafia di qualità e non di quantità. 

Ho imparato l’inclusione, il potere delle collaborazioni, dei confronti, e la forza dei giovani, vera speranza nella lotta contro tutte le mafie. 

Ho partecipato alla formazione del Coordinamento dei familiari della Lombardia, e ne sono stata referente per cica un anno, e questo mi ha consentito di conoscere storie, di appassionarmi a vite, e di stringere legami a cui ancora oggi tengo moltissimo. 

 

Vuoi parlare ai nostri lettori di Vedo Sento Parlo che cos’è?

R.: Vedo Sento Parlo- in memoria di Giuseppe Tallarita nasce da un desiderio profondo e sincero di voler condividere percorsi di memoria e di impegno, in relazione alle storie delle vittime delle mafie. 

 

Ci vuoi raccontare del tuo bellissimo progetto di un libro in cui ripercorri la vita di Giuseppe, tuo nonno

R.:Era un progetto a cui pensavo da tanto tempo, perché preoccupata all’idea che la morte del nonno potesse cadere nel dimenticatoio, insieme alla sua vita, e al suo amore per la famiglia. 

Il nonno è stato, ed è per me, un punto di riferimento fermo, importante, un maestro di vita, di coraggio, di forza, e di speranza. 

Solo attraverso la memoria si può lenire un dolore così importante, e così l’idea di un’associazione, e la condivisione di un progetto con un gruppo di persone che, nel corso del tempo, sono diventate una seconda famiglia. 

Non posso nascondere che le difficoltà siano state tante, errori di coinvolgimento, delusioni riferibili a partecipazioni e abbandoni discutibili, ma ci siamo riusciti. Non posso non ringraziare tutto il direttivo composto da: Giorgia Tallarita (Presidente Onorario), Angelo Braga (Vicepresidente), Paola Bianchi, Alice Galimberti, Risvan Ghebremedin, e Irene Gesmundo, preziosi compagni di avventura e di crescita personale. 

 

Mi sono molto appassionata alla memoria dei semplici, all’impegno nel tentativo di ricordare di tanti “No” detti per il solo senso civico, per il senso di Giustizia, per la tutela della libertà, e mi sono a lungo interrogata sull’importanza di saperlo dire. 

 

Ho notato che quando parli di lui il tuo sguardo si accende, che rapporto avevi con lui, cosa in particolare ti fa pensare a tuo nonno?

Il nonno mi emoziona, tanto, sempre. 

Era un nonno, come certamente ce ne sono tanti, ma per me era unico. 

Trascorrevo spesso con lui e con la nonna le vacanze, e non posso fare a meno di ricordare quel bacetto con la pernacchia che mi dava sulla guancia, arricciando il naso, e quella dolce fossetta che si pronunciava ogni volta che lo faceva. 

Ricordo la sua voce, ricordo la sua attenzione all’eleganza, all’ordine, alla pulizia. 

Ricordo tanto di lui anche se, quando se n’è andato non avevo che 10 anni. 

Ricordo l’amore per la sua terra, e la passione per la sua campagna. 

 

Rosy vuoi lasciare ai nostri lettori i tuoi riferimenti e quelli dell’associazione libera?

R.: Condivido con piacere i nostri contatti. 

 

La mia mail è rosa.tallarita@gmail.com, mentre il riferimento dell’associazione è vedosentoparlogt@gmail.com

Siamo presenti sui social, e per chiunque volesse seguirci: 

Facebook: Vedo sento Parlo in memoria di Giuseppe Tallarita 

Instagram: Vedosentoparlogt 

Sarebbe bello riuscire ad unire realtà tanto diverse, appassionare alla memoria, e coinvolgere nell’impegno. 

Vedo Sento Parlo- in memoria di Giuseppe Tallarita ha tanta voglia di fare, e c’è spazio per chiunque abbia voglia di collaborare. 

 

Il 21 marzo è il giorno della poesia ma anche la giornata contro la mafia…un giorno di rinascita… quello della primavera. Come ti senti in questo giorno di memoria?

R.: Il 21 Marzo è la giornata, istituzionalmente riconosciuta, dedicata alla memoria delle vittime innocenti delle mafie.

È importante calendarizzare questo impegno, per prendersi un momento di riflessione, e dedicare un attimo di attenzione al problema comune che rappresenta la mafia. 

È importante, però, non accontentarsi. 

Un giorno su 365 non può bastare. 

Il 21 Marzo per me, è un’occasione: di stringere relazioni, rapporti umani, collaborazioni; è un momento che ti carica di forza e di impegno per ricordarti che la memoria ha bisogno di essere coltivata tutti i giorni, con serietà, sensibilità e responsabilità.

Carla Paola Arcaini

Progetto Work Out 

 

Come nasce questo progetto e a chi è rivolto? 

WorkOut nasce nel 2019 dalla collaborazione tra il Comune di Peschiera Borromeo e due cooperative sociali che operano nel settore delle Politiche Giovanili da molti anni: la Libera Compagnia di Arti & Mestieri Sociali e Spazio Aperto Servizi. 

È stato pensato innanzi tutto per ascoltare i giovani e favorire il dialogo tra loro e il resto della comunità. Per giovani intendiamo una fascia molto ampia che va dai 13 ai 29 anni. Le proposte sono ovviamente diverse per fasce d’età ma hanno come denominatore comune lo sviluppo delle potenzialità di quella lunga strada che porta a diventare adulti. 

 

Quante sono le adesioni e i ritorni sul nostro territorio? 

In questi due anni di progetto abbiamo coinvolto più di cinquecento ragazzi attraverso i tre servizi che proponiamo. 

Con l’Educativa di Strada incontriamo soprattutto adolescenti nei luoghi spontanei di aggregazione come parchi e piazze. In questo modo siamo riusciti a conoscere molte compagnie di giovani nelle diverse frazioni. 

progetto foto

C’è poi l’Informagiovani, che accompagna i ragazzi più grandi nel mondo delle opportunità, dei corsi di formazione e del mondo del lavoro sostenendoli nella costruzione del proprio futuro. Al momento abbiamo avuto un riscontro positivo, soprattutto da quei ragazzi che si sono rivolti a noi per compilare o correggere il proprio curriculum vitae. 

Infine abbiamo l’Orientamento Scolastico per le Scuole Secondarie di Primo Grado che si rivolge ogni anno a circa duecento studenti e le loro rispettive famiglie. Con questo importante servizio sosteniamo i ragazzi nel processo di scelta consapevole della scuola superiore. Non dimentichiamoci poi che Peschiera Borromeo è uno dei pochi comuni che prevede anche un servizio individuale di riorientamento per gli studenti delle superiori, studiato per prevenire l’abbandono scolastico. 

Molto importanti sono anche le collaborazioni con le varie realtà del territorio. Tra queste ci sono il Teatro De Sica, gestito dall’associazione Oltheatre, la Comunità Pastorale San Carlo Borromeo, le associazioni di volontariato e sportive, il Consultorio. Dopo più di due anni oramai non è raro essere contattati da realtà di questo tipo perché capiscono il valore del lavoro con i giovani. 

 

Perché è importante rivolgersi a WorkOut? 

WorkOut attraverso i suoi tre servizi offre la possibilità di fare esperienze nelle quali valorizzare le proprie potenzialità. 

La collaborazione con Radio Active 20068 poi, permette a chi ha il desiderio di sperimentarsi e mettersi in gioco nel mondo della radio, di essere affiancati dagli operatori nel percorso che porta dalla progettazione alla realizzazione di un programma radiofonico o nella gestione della webradio. Tutti i ragazzi che hanno partecipato hanno vissuto esperienze positive di successo nelle quali hanno potuto coltivare i propri interessi e migliorare le proprie competenze relazionali e comunicative. 

 

Come vi approcciate al mondo giovanile? 

È difficile rispondere perché i ragazzi sono come le impronte digitali: non ce n’è uno uguale all’altro! 

Nonostante i servizi differenti che propone WorkOut, gli ingredienti fondamentali per entrare in relazione con i giovani sono l’ascolto dei loro bisogni, dei desideri e il riconoscimento delle loro competenze. Partendo dalle caratteristiche dei singoli e dei gruppi, cerchiamo di predisporre esperienze che possano farli sentire maggiormente motivati a prendere in mano la propria vita e quella della propria comunità. 

Durante il lockdown abbiamo poi continuato il nostro lavoro con i ragazzi. Ci siamo spostati sul web, utilizzando i social più diffusi e sperimentando modi diversi di stare assieme. 

 

Quali sono le tematiche che affrontate con gli adolescenti? 

Durante le uscite dell’educativa di strada sul territorio gli operatori di WorkOut affrontano con i ragazzi argomenti legati alla loro fase di vita caratterizzata da cambiamenti, relazioni a volte intense e timori spesse volte inespressi. A volte abbiamo l’occasione di parlare di comportamenti a rischio, svolgendo anche un ruolo di prevenzione. Altra tematica trattata riguarda i progetti che si vorrebbero realizzare, sia per sé sia per per la propria città, e questo lo facciamo ascoltando i loro desideri e passioni. 

 

Se qualcuno fosse interessato a entrare in contatto con la Vs. realtà come deve fare? 

Innanzitutto seguirci sui social, Facebook e Instagram, da cui può contattarci. E poi visitare il sito, www.progettoworkout.it che, oltre a contenere i nostri contatti istituzionali, è un collettore molto ampio di informazioni in modalità video sul mondo scuola, quello del lavoro e delle opportunità sul territorio. In questo modo è facile farsi un’idea più precisa di quello che facciamo e capire qual è il servizio migliore per chi visita il sito. 

Abbiamo anche un programma radiofonico su RadioActive 20068, chiamato “Belle Storie a Casa WorkOut”, in cui di volta in volta intervistiamo persone, giovani o no, che ci raccontano che cosa vuol dire scegliere una strada e seguirla ascoltando le proprie passioni. Ascoltateci, trovate i podcast sul profilo Spreaker di RadioActive. 

Da qualche mese abbiamo poi un luogo fisico, Casa WorkOut in via 2 giugno a Peschiera Borromeo. Consigliamo di prendere un appuntamento telefonico per incontrarci.

Carla Paola Arcaini

LA VOCE RADIOSA DI MARGHERITA NOVELLA BRAGANTI, UNA GIOVANE PESCHIERESE, CHE CI ALLIETERÀ SU RADIOACTIVE A PARTIRE DA MERCOLEDÌ 10 MARZO.

 

Come nasce l’idea di una rubrica sulla poesia?

M.: Con RADIOsità, la mia nuova trasmissione radiofonica sulla poesia, ho scelto di portare un po’ di me e della mia grande passione in radio, per fare in modo che tutti possano ascoltare la mia voce e innamorarsi dell’arte delle parole come è successo a me qualche anno fa. In più, ho voluto mettermi in gioco per far sì che scrittori e poeti (risorsa di cui la nostra cittadina è ricca) e chiunque si diverta scrivendo e inventando abbia uno spazio dove far conoscere ai nostri ascoltatori le proprie opere anche in questi mesi di pandemia, in cui leggere davanti a un vasto pubblico purtroppo non è sicuro.

 

Di che si tratta?

M.: Durante RADIOsità leggerò e commenterò dei brani, dei racconti, e in particolar modo, delle poesie. Non solo opere di autori già famosi e affermati, ma anche e soprattutto lavori di gente locale, nostri ascoltatori e talvolta leggerò anche qualcosa di mio! Inoltre, nelle prossime puntate mi piacerebbe intervallare le mie letture con un po’ di buona musica!

 

Come concili scuola e radio?M.: Attualmente, frequento il secondo anno di liceo classico, un indirizzo di studi indubbiamente molto impegnativo, e lo studio occupa gran parte del mio tempo.

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Non posso nascondere che conciliare scuola, radio e scrittura non sia sempre una passeggiata, ma mi organizzo come meglio posso per trovare anche il tempo per dedicarmi a far ciò che mi piace. Ho imparato a ottimizzare al massimo i miei momenti liberi, alzandomi prima al mattino così da poter ripassare, comporre qualche poesia e provare la mia parte in radio, portandomi avanti con i compiti per i giorni successivi nei ritagli di tempo, e utilizzando i tre quarti d’ora del tragitto scuola-casa per cominciare a studiare qualcosa. Io sono del pensiero che, anche se conciliare dovere e piacere non sia facile, valga sempre la pena fare qualche sacrificio ed essere disposti a impegnarsi per ciò a cui si tiene davvero.

 

Che spazio vuoi lasciare ai tuoi ascoltatori?

M.: Vorrei che la mia rubrica fosse aperta a tutti e mi piacerebbe davvero arrivare a una grande interazione, comunicazione e scambio di idee con chi mi ascolterà. Radio Active ha messo a disposizione dei nostri ascoltatori il suo indirizzo mail: radioactive20068@gmail.com , a cui chi vorrà potrà scrivere e interagire con me, inviandomi storie e poesie da leggere, dandomi idee e suggerimenti sui temi da trattare nelle mie puntate o, se scrittore o poeta, professionista o dilettante, potrà anche raccontarmi la sua storia e persino richiedere di essere intervistato!

 

Marghe metticela tutta, siamo con te!

Carla Paola Arcaini

radio

Intervista a 

Raffaele Vailati e a Radioactive 20068 di Peschiera Borromeo

 

Raffaele quando nasce il progetto di Radioactive 20068? 

R.: Il progetto nasce il 13 febbraio del 2020 da una mia idea, essendo assessore delle politiche giovanili, è stato importante realizzarlo per cercare di unire i giovani ai meno giovani, creando delle sinergie. Devo dire che la scommessa è stata vinta. Siamo partiti in 4 e oggi siamo giunti a + di 45 volontari, la maggior parte sono giovani, anche under 13. 

 

Come si è sviluppata la radio? 

R.: Come ti dicevo siamo partiti in 4 e ogni mese aggiungevamo programmi nuovi. Da 3 programmi iniziali siamo arrivati a 40 scaricabili in postcad, e 24 in rotazione sulla radio. Alcuni programmi sono terminati ma, essendo una radio postcad, segue delle tematiche specifiche come ad es. “a tutta sigla” è stato un programma ideato per parlare di sigle di cartoni animati e dopo una serie di puntate è terminato. 

 

Come è stato il festeggiamento di sabato scorso in occasione del primo anno di vita? 

R.: Sabato scorso abbiamo fatto una festa per il primo anno di vita, una diretta dalle 16 alle 19 con un boom di ascolti, arrivando a 85 persone in diretta. Abbiamo regalati numerosi premi offerti dai commercianti dell’hinterland non solo di Peschiera ma anche di Bettolino, Mediglia, Pantigliate e San Donato. 

 

Vuoi parlarci degli obiettivi della radio? 

Coinvolgere sempre più giovani, aumentare l’interazione con loro, aumentare le trasmissioni live, in diretta. Si parla di trasmissioni serali o pre-serali per permettere a tutti di seguirci. Le mattine e i pomeriggi vengono riservati alle registrazioni. Abbiamo implementato la radio con 2 app scaricabili sia da ios che da android per ottenere una maggiore diffusione. Per chi volesse seguirci può farlo su www.radioactiveeventi20068.it. Ricordo che tutti i programmi sono scaricabili in podcast e quindi si possono ascoltare anche le puntate precedenti. Ad oggi in postcad vi sono  + di 9000 download dei nostri programmi. 

Ogni giorno la radio viene ascoltata in media da 252 persone, per un totale di oltre 90.000 nell'anno, di cui oltre 66.000 dall'Italia. Il lockdown è stato un banco di prova duro, ma ci ha permesso di consolidare la programmazione e proporre sei concerti live in streaming, oltre a lanciare ben 65 nuovi artisti. 

 

Vuoi lasciarci un riferimento per chi volesse cimentarsi nella radio? 

Se qualcuno fosse interessato può scriverci a radioactive20068@gmail.com per darci una mano, ad esempio c’è chi si propone come speaker oppure chiede di far parte del backstage. Abbiamo già dei giovanissimi che ci supportano con la parte tecnica. L’impegno è di circa di un paio d’ore complessive al mese oppure per chi si occupa di un programma l’impegno è settimanale circa. 

La radio nasce in collaborazione con il progetto Work-out, di che si tratta nello specifico? 

R.: il progetto work-out nasce con il mio assessorato e prevede tre fasce, tre ambiti educativi. Abbiamo gli educatori sulle strade che cercano di coinvolgere i ragazzi ricorrendo ad es. alla radio per avvicinarli. La seconda fascia riguarda l’orientamento scolastico rivolto ai ragazzi di seconda e terza media per aiutarli nella scelta della scuola futura, infine il ri-orientamento per chi fosse interessato a rivedere le proprie scelte scolastiche. Il centro “work-out” è ubicato vicino al consultorio a Bettola ed è un punto di incontro per i giovani. Per chi fosse interessato può cercare notizie direttamente sul sito del progetto Work-out.

  

Carla Paola Arcaini

INTERVISTA A CHIARA VAILATI –  DA ME A TE 

di Carla Paola Arcaini

 

Uno spazio tutto per Chiara in cui si/vi racconta emozioni, storie, gossip…tutto all’insegna della musica.

Chiara, adolescente Peschierese doc, si è cimentata in questo bellissimo progetto in radioactive20068 mettendosi a nudo davanti agli ascoltatori.

 

 

Chiara come è nata l’idea di creare uno spazio tutto tuo in radioactive 20068?

C.: Ciao, mi sono avvicinata a questo progetto di radioactive20068 esattamente un’anno fa durante gli open day, essendo stata contattata dai ragazzi di progetto workout ed è stato tutto un crescendo, da creare a semplici playlist ad avere un programma tutto mio.

 

Chiara come riesci a “esporti” così pubblicamente? Ho ascoltato la puntata in cui hai rivelato che sei una timida?

Schermata

C.: Prima di fare radio, ero molto timida, poi provando piano piano era maggiore la voglia di esprimermi e portare i miei pensieri, la mia storia, le mie emozioni, ma soprattutto me stessa. Questo percorso mi sta aiutando tanto a crescere e ad avere maggiore consapevolezza in me stessa e nelle mie capacità. Anche le persone che mi hanno ascoltata soprattutto i miei compagni di classe hanno creduto in me, e questo ha diminuito la mia timidezza e aumentato la sicurezza in me.

 

Il segno dell’ariete è un portento, non potevi che essere un’arietina… anche tu sei vulcanica?

C.: Sono nata il 21 marzo il primo giorno di primavera, e questa cosa si rispecchia anche nel mio carattere, ho voglia di trasmettere positività e donare dolcezza, spesso sono un vulcano di idee ed emozioni, e a volte mi viene difficile dare spazio ad ognuna di esse. E come un vero ariete quando mi metto in testa una cosa difficilmente si riesce a farmi cambiare idea e soprattutto sono molto determinata, se ho un’obbiettivo devo raggiungerlo.

Come riesci a conciliare questo nuovo progetto con la scuola, gli amici?

C.: Ogni cosa ha il proprio tempo, e la radio è una delle mie priorità, ma non l’unica e per questo io insieme ai ragazzi della radio, abbiamo deciso di farmi andare in onda una volta ogni 15 giorni, per riuscire ad avere il tempo giusto per pensare alla puntata e registrarla. 

 

Come questa emergenza sanitaria ha impattato sulla tua vita e su quella dei tuoi coetanei?

C.: Personalmente la prima quarantena mi è servita per maturare, e crescere, cambiare lati di me e diventare più forte caratterialmente. 

Però sta diventando davvero un peso tutta questa insicurezza, ovviamente la salute di tutti viene prima di ogni cosa, ma se devo esprimere come mi sento in questa situazione ovviamente pesa il fatto di non andare a scuola e seguire la lezione davanti ad un computer. È anche brutto il fatto di non poter abbracciare le persone che ami senza avere la paura di fare a loro e a te stesso del male.

 

Progetti per il futuro?

C.: Sono una ragazza che vive l’attimo, e il presente, mi piace sognare in grande, e ciò che più vorrei è riuscire ad aiutare gli altri, facendo del bene e ascoltandoli, quindi il mio unico progetto ora è legato alla scuola che andrò a fare l’anno prossimo che è Scienze Umane, per il motivo spiegato prima. E ovviamente mi piacerebbe continuare a  fare radio, e a trasmettere i miei pensieri tramite questo mezzo, anche in futuro.

 

Se qualcuno fosse interessato a seguire la tua rubrica come deve fare?

C.: Se volete ascoltare la mia rubrica in diretta potete giovedì alle ore 10.30 e alle ore 22.00 oppure se vuoi riascoltare le vecchie puntate, o se ti sei perso qualche puntata ti basterà andare sul sito www.radioactive20068.it andare nella sezione podcast, cliccare sul mio programma che è “DA ME A TE” e riascoltare tutte le mie puntate, oppure lo potete trovare anche su Spotify.

 

 

 

Non ci resta che ascoltarti Chiara! Buon tutto…

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