Con la fine della scuola, bambini e ragazzi finalmente hanno a disposizione molto tempo libero, che tanto hanno desiderato e atteso, per divertirsi e fare ciò che vogliono. Il senso di libertà, quest'anno, è ancora più accentuato, perché finalmente l'Italia è zona bianca e le misure restrittive sono, almeno per il momento, allentate.

Dopo la novità e l'euforia dei primi giorni, però, molti genitori lamentano che i figli si annoiano e non sanno come riempire le giornate. Di fronte alla noia dei figli, i genitori spesso si allarmano e tendono a stimolarli, spronarli, in quanto non sopportano di vederli “ciondolare” per casa, svogliati e impigriti. Bambini e ragazzi, di frequente, cercano di sfuggire alla noia “tuffandosi” nel digitale, con le tante distrazioni che offre. In genere, la noia è vissuta, dai genitori stessi, come una condizione da evitare, sottovalutandone l'importanza e le potenzialità che può nascondere. Il momento della noia, nella nostra società, viene spesso vissuto come una perdita. Come scrive lo psicoanalista Recalcati nel suo articolo “Elogio della noia” (2019) “Ogni interstizio temporale deve essere riempito da un febbrile attivismo o dalla violenza rabbiosa di chi, in modi diversi, non si trova immerso nel grande fiume dell'esistenza iperattiva, in permanente mobilitazione totale".
Lo psicologo inglese Adam Phillips nel saggio “Sul bacio, il solletico e la noia” (1993) descrive la noia come “quello stato di sospesa anticipazione in cui qualcosa potrebbe succedere ma nulla accade, uno stato d'animo di diffusa irrequietezza che circonda il più assurdo e paradossale dei desideri, il desiderio di un desiderio.” Secondo alcune teorie, questo stato di anticipazione sospesa sarebbe un requisito fondamentale per la creatività. La noia, infatti, è un momento di calma piatta soltanto apparente: il nostro cervello riorganizza il materiale inconscio, da cui possono nascere pensieri nuovi, creativi, sogni ad occhi aperti e grazie a cui si possono scoprire, dentro di sé, interessi autentici. Non è, in altre parole, un tempo sprecato, bensì un' opportunità, un tempo per l'introspezione, per capire cosa può piacere veramente, cosa si desidera e per trovare da sé, e in se stessi, nuove risorse.
Annoiarsi è un'esperienza in cui ci si confronta con un senso di vuoto e di insoddisfazione, che può spaventare. E se non ci spaventa, fa sentire in colpa, perché si spreca del tempo.
Quando i genitori continuano a riempire il tempo libero dei figli con mille occupazioni, giochi, attività, non consentono loro di imparare a farlo per conto proprio. Anziché preoccuparsi di cosa fare per non annoiarsi, sarebbe meglio capire che cosa si può fare con la noia: permettere ai figli di sperimentare la noia, fin da piccoli, significa aiutarli ad acquisire la capacità di tollerarla e di gestirla. Tali capacità sono molto importanti per la crescita e lo sviluppo di un sé capace di agire, scegliere autonomamente e autodeterminarsi.
Dr.ssa Stefania Arcaini
Rubrica dedicata a tematiche psicologiche, a cura della dottoressa Stefania Arcaini, psicologa e psicoterapeuta specializzata nella psicoterapia di adolescenti e adulti. Per suggerire temi da affrontare scrivetemi: arcainistefania@gmail.com
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