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Dove Eravamo Rimasti...Perché ho bisogno di NESSUN NEMICO

improntaredazione

La crisi di senso e di identità che caratterizza il nostro tempo emerge drammaticamente nella vita quotidiana soprattutto quando facciamo delle cose o ragioniamo avendo bisogno di crearci un nemico.

In questi mesi, nei quali ho deciso di ricandidarmi a sindaco della città di Peschiera Borromeo, ho potuto toccare con mano la profondità di questa dinamica sterile e controproducente.


Osservo che molti non agiscono in politica perché vogliono promuovere le proprie idee o i propri progetti, ma si muovono semplicemente contro o per affermare una pretesa “superiorità” personale, morale, intellettuale. Non interessa se la mia proposta o il mio progetto è buono, ciò che conta è dimostrare che le tue idee non sono così giuste come le mie.

E allora si mobilita l' armamentario della morale per dire che l'avversario è disonesto, si stabilisce il principio della coerenza, per dire che l'avversario non lo è e non lo è mai stato, si insinuano retro pensieri di ogni genere, per affermare che l'avversario ha interessi da nascondere o disegni inconfessabili da promuovere.

Umberto Eco ha scritto: “Avere un nemico è importante non solo per definire la nostra identità ma anche per procurarci un ostacolo rispetto al quale misurare il nostro sistema di valori e mostrare, nell'affrontarlo, il valore nostro. Pertanto, quando il nemico non ci sia, occorre costruirlo”.

Per l'esperienza che ho maturato in più di 45 anni di frequentazione della politica posso affermare una cosa certa, ovvero che la politica, come qualsiasi attività umana, la fanno le persone e le persone, compreso il sottoscritto, sono limitate e incoerenti, fragili e bisognose di relazioni.

L'uomo desidera ardentemente la felicità e se vive questa ricerca in una tensione verso il bene cerca di partire sempre da un positivo. E quando non lo fa vive l'inferno in terra, perché lui stesso ha scelto, attraverso una pretesa autoaffermazione di sé, di negare ogni possibilità del reale. Leggere delitto e castigo di Dostoevskij aiuta a capire questo.

Pertanto, lo dico una volta per tutte, mi ripropongo in politica con altre persone che con me hanno scelto un progetto, fatto di proposte concrete e che possano essere realizzate grazie ad esperienza, competenza e professionalità. Non c'è né destra, né centro, né sinistra. Non ci sono schemi vuoti che possano solo alimentare vecchi arnesi ideologici utili solo strumentalmente per arrivare al “potere” per gestirlo.

Per questo è importante ascoltare, confrontarsi e dialogare con tutti, ma proprio tutti. E se chi non mi sostiene propone cose giuste per la comunità troverà in me un alleato disponibile a collaborare.

Marco Malinverno

 
 
 

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