Sostenibilità ambientale, efficientamento energetico ed economia circolare: una opportunità concreta anche per Peschiera Borromeo
Ho avuto modo di scrivere nei giorni scorsi in merito ad alcune iniziative riguardanti la transizione energetica avviate dal Comune di Peschiera B. La scelta di installare delle centraline elettriche è un' ottima cosa che rischia però, se non inserita in una progettualità di medio lungo periodo, di non sortire alcun risultato adeguato.
Sappiamo tutti, infatti, come la scelta per l'acquisto di veicoli elettrici sia fortemente condizionata in questa fase da un mercato ancora non adeguatamente accessibile a tutti. Non sono molti quelli che possono permettersi un' auto elettrica. Sarebbe stato più utile per il Comune, anche come segnale “culturale” nei confronti soprattutto del sistema delle imprese locali, avviare innanzitutto l' installazione di impianti di cogenerazione e di fotovoltaico per la produzione di energia elettrica e, in questo contesto, fornire energia pulita per le colonnine elettriche, magari per iniziare ad alimentare i mezzi di trasporto del Comune (auto dei servizi sociali, macchine di servizio, scuola bus). Abbiamo sul nostro territorio due linee di depurazione delle acque che producono fanghi. La struttura è del CAP di cui fa parte anche il Comune di Peschiera Borromeo. Perché non realizzare un impianto di cogenerazione? Perché non creare impianti seri di fotovoltaico? Se alla fine le colonnine saranno attaccate alla rete elettrica incideranno ancora sul sistema di alimentazione tradizionale. Ma quando si capirà che dobbiamo muoverci verso la circular economy? Il problema di fondo è quello di promuovere una vera progettualità e cultura della sostenibilità, di breve, medio e lungo periodo. Siamo ormai continuamente sollecitati da leggi e decreti che spingono i Comuni a fare scelte importanti in questo ambito. Ad esempio, è stato approvato recentemente il decreto del ministero dello Sviluppo Economico che definisce gli incentivi per la creazione di comunità energetiche e autoconsumo collettivo. Il decreto individua infatti la tariffa incentivante per la remunerazione degli impianti da fonti rinnovabili (ad esempio il fotovoltaico) che faranno parte delle comunità energetiche o di modelli che premiano l'autoconsumo collettivo. In particolare, l'energia elettrica prodotta da ciascuno degli impianti a fonti rinnovabili ha diritto, per un periodo di 20 anni, ad una tariffa incentivante in forma di tariffa premio pari a 100 euro al MWh nel caso in cui l' impianto di produzione faccia parte di una configurazione di autoconsumo collettivo, e di 110 euro al MWh nel caso in cui l'impianto faccia parte di una comunità energetica. «Adesso privati cittadini, realtà produttive ed enti pubblici possono costituire una comunità e usufruire dei vantaggi a essa connessi», dichiara Gianni Pietro Girotto, presidente della commissione Industria, Commercio e Turismo al Senato. «Sul versante pubblico, in particolare, stiamo promuovendo una mozione rivolta ai rappresentanti eletti nelle istituzioni locali, affinché si impegnino per incoraggiare, sui propri territori di competenza, politiche sociali attive che coinvolgano i cittadini nella promozione e nella creazione di tali configurazioni. Sarà dunque auspicabile che gli enti locali predispongano appositi sportelli informativi per mettere a disposizione dei cittadini tutte le informazioni necessarie alla realizzazione di configurazioni di autoconsumo collettivo e comunità energetiche». Aggiungo che sarebbe opportuno avviare delle politiche di supporto nel quale il Comune agisca da facilitatore. Anzi potrebbe essere proprio il Comune, in primis, partendo dalle proprie strutture, (scuole, sede della Polizia Municipale, sede comunale, biblioteca, etc.), stabilendo un modello di riferimento, ad avviare una rete alternativa che consenta anche ad altri di connettersi e integrarsi. Questa modalità consentirebbe ai cittadini, abitanti in condomini o gruppi di case che dovessero decidere di avviare investimenti in energie alternative finalizzate all' autoconsumo, di valutare, nelle migliori condizioni, attraverso anche consulenze tecniche, le ipotesi maggiormente favorevoli presenti nel mercato. Il rischio, in questa proliferazione di norme riguardanti la transizione energetica è quella di non sapersi districare nelle procedure burocratiche e di non riuscire a valutare, in termini economici, gli investimenti più utili al fine di reali benefici in termini di risparmio nella bolletta e nell'assunzione di comportamenti virtuosi. Quello delle comunità energetiche è un universo in grado di innescare un circolo virtuoso di vantaggi e benefici ambientali, sociali ed economici diretti, e puntare a una crescita sostenibile, abbattendo le emissioni inquinanti e riducendone le conseguenze ambientali e sanitarie, fortemente impattanti nei centri urbani. La mia proposta è che il Comune apra quanto prima uno Sportello Energia per supportare e facilitare i cittadini nell' utilizzo di tutti gli strumenti legislativi e finanziari e aiutare le famiglie (specie se in difficoltà) a ottimizzare l'uso di energia domestica ottenendo un risparmio reale. Vi è oltretutto a tale proposito progetto finanziato dall'Unione Europea (Intelligent Energy Europe) che consentirebbe di avere tecnici specializzati a disposizione di tutti.
Marco Malinverno
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