Dove ci porta oggi la nostra visita enogastro-cultural-sportiva? A Treviso, piacevole città capoluogo di provincia nel Veneto, circa 280 Km da Milano e siccome è tutta autostrada diciamo che in 2 ore e 20 si può arrivare senza correre troppo. Dal punto di vista calcistico la città ha avuto un solo momento di splendore nella stagione 2005/6 con il campionato di serie A, per gli esperti ricordiamo tra gli atleti Acquafresca, Dossena, Maggio, Barreto e anche un certo Samir Handanovic attuale portiere dell'Inter, poi Bonucci ora alla Juventus. Tra i tecnici Ezio Rossi, Bepi Pillon, Alberto Cavasin. Quel campionato fu l'apice per Treviso che per il resto, dal 1909 ad oggi, ha girovagato per tutti i livelli calcistici del Paese. Poi purtroppo anche i problemi finanziari hanno causato l fallimento della società, rinata nel 2019 come Treviso Academy società dilettantistica. I colori sociali sono il bianco e l'azzurro, lo stadio l'Omobono Tenni (7500 posti). E' nella pallacanestro che Treviso ottiene i migliori risultati, mantenendo una squadra in serie A , la Benetton fece storia ora la De Longhi si sta ben comportando. Sicuramente se ci mettiamo a tavola i risultati sono molto migliori rispetto al calcio. I piatti sono notoriamente poveri ma ricchi di tradizione e storia, vi proponiamo un menù completo dall'antipasto al dolce ricette che si tramandano di famiglia in famiglia ognuna con ingredienti segreti partiamo con la oca rosta col seano.
Piatto tradizionale dell' autunno legato alla Fiera di San Luca, ovviamente seve 'oca che verrà riempita con sedano, carote e cipolle, salvia e rosmarino, cuocerà a lungo due o tre ore innaffiata col vino, a fine cottura sarà servita con sedano fresco e bagnata nel suo sugo. Piatto che non può mancare nel nostro menù è la Trippa Trevisana, ricetta semplice e di basso costo, serviranno trippa prima scottata poi tagliata a striscioline e messa in tegame con pancetta a cubetti, cipolla e burro, aggiungere brodo e cuocere lentamente, alla fine una spolverata di pepe nero e servire accompagnata da fette di pane casereccio passato alla griglia e con pancetta croccante.
Classicissima la pasta e fagioli, diffusa in tutto il Veneto anche qui non mancherà il sedano accompagnato da patate, aglio, rosmarino, prezzemolo, pancetta o lardo, cipolla. Attenzione fagioli e pasta cuoceranno in recipienti diversi e una parte dei fagioli andrà schiacciata per rendere più compatta la minestra, la chicca sarà un osso di prosciutto aggiunto al brodo. Ma un piatto apprezzatissimo non solo da quelle parti ma ovunque è il Risotto con radicio e salamella. Qui serve la classica insalata di Treviso, il radicchio rosso che andrà aggiunto ad un soffritto a base di scalogno e salsiccia sbriciolata, il riso, tirato con il brodo sarà poi annaffiato di vino rosso e servito con noce di burro e formaggio grattuggiato. Ci dedichiamo al dolce? Proponiamo la Fregolotta dolce storico e tipico, le cui origini risalgono già al '700 e anni dopo fece la fortuna di un forno locale con annessa osteria. La ricetta ha molte varianti, i locali si vantano anche di avere influenzato la sbrisolona mantovana, comunque serviranno mandorle, nocciole, burro, uova e scorza di limone grattuggiata, si presenta dura e compatta, va gustata a tocchi intinta in un bel bicchiere di passito veneto, altrimenti la usate come base, bagnata di caffè, coperta di mascarpone e nutella, un'ora in frigo e via a tavola. A Treviso però non si può andare avanti se non ci si ferma un attimo sul vino. La tradizione vuole la città capitale mondiale del Prosecco, basta citare Valdobbiadene e in tutto il mondo si sa di cosa si parla, perfino gli astemi. Poi c'è prosecco e prosecco, ma un bel Cartizze Superiore… poi abbiamo il Torchiato di Fregona che è un passito poco noto ma che merita, il Verduzzo vino bianco leggero al confine con il Friuli, dal colore leggermente verde ( da cui il nome) esiste ma è raro anche nella versione Verduzzo Dorato gioia del palato e degli intenditori. Concludiamo con il famosissimo Raboso del Piave, vino caro agli Alpini, per diventare DOC deve invecchiare almeno tre anni in botti di legno, non si può descrivere serve assaggiarlo magari con carne o cacciagione.
Ah già sazi e un po' bevuti stavamo tralasciando il motivo della gita, cioè cosa vedere. Treviso è piccola con una buona voglia di camminare si può vedere molto rimanendo in centro città. Partiremmo dal Duomo, sorto sulle fondamenta di un teatro e tempio paleocristiano, la struttura attuale è del 1700 stile neoclassico con bel 7 cupole e delle cripte sotterranee dove con i vescovi trevigiani è sepolto San Liberale patrono della città. Da sottolineare nella Cappella del Malchiostro la Pala dell'Annunziata dipinta da Tiziano. Passeggiando sulla via principale il Calmaggiore (antico cardo romano) tra negozi e bar si può ammirare la Fontana dei tre visi uno dei simboli della città, che rappresentano le tre alture dove sorse l'antica città.
Poi altra fontana quella Delle Tette, caratterizzata dal busto di una donna nuda, realizzata per festeggiare i nuovi sindaci della città, pensate che ogni insediamento dai seni sgorgava vino per tre giorni, rosso da un seno e bianco dall'altro. Particolarmente bello è il salotto sociale e culturale della città, Piazza dei Signori, palazzi storici, portici ben conservati, Palazzo Trecento così chiamato per il numero dei membri dell'aristocrazia che governava la città, di taglio romanico venne costruito nel 1210 , sotto il loggato in una teca di vetro si può ammirare l'originale della Fontana delle Tette. Attiguo a questo troviamo il Palazzo del Podestà, in mattoni rossi risale al XIII secolo, su questo troneggia la Torre Civica alta 48 metri. Prima di finire vorremmo citare ancora la Loggia dei Cavalieri, piazzetta porticata ad archi costruita nel 1200 che ha conservati intatti bellezza e pregio ed ancora il Canale dei Buranelli praticamente un intero quartiere con palazzi risalenti al medioevo e al rinascimento, case storiche, ponti romantici, scorci di vedute particolari, il nome deriva da un vecchio magazzino sulle rive del canale, magazzino anticamente utilizzato dai commercianti di Burano, da qui il nome.
Insomma una visita estremamente bella e poco faticosa, poi il Prosecco vi ripagherà da ogni sforzo.
Massimo Turci
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